Steve Nash e la promessa a Messi: «Gli devo ancora una birra»
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Steve Nash e la promessa a Messi: «Gli devo ancora una birra gelata». Il leggendario playmaker NBA ricorda il tweet del 2010

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Steve Nash e la promessa a Messi. Il leggendario playmaker NBA ricorda il tweet del 2010 dopo il poker dell’argentino all’Arsenal

6 aprile 2010. Notte di Champions al Camp Nou. L’Arsenal conduce 1-0 contro il Barcellona, ma in due minuti Lionel Messi si scatena, segnando il primo poker della sua carriera e distruggendo i Gunners. A 9.000 chilometri di distanza, in Arizona, Steve Nash, uno dei migliori playmaker della storia dell’NBA, si prepara a un’altra battaglia contro Manu Ginóbili. Ma il giorno dopo, Nash, tifoso del Tottenham, si concede un omaggio a Messi su Twitter: «Messi ha distrutto l’Arsenal. Gli devo una birra ben fredda».

Una promessa mantenuta, dopo 15 anni e mezzo

Quindici anni e sei mesi dopo, da Los Angeles, Steve Nash, ora 51enne e prossimo commentatore NBA per Prime Video, riconosce che quel debito non è ancora stato saldato. «È ancora valida, eh. Sarò sempre disposto a offrire una birra fredda al mio eroe Leo, per sempre. Mi piacerebbe molto», ha dichiarato con un sorriso ai microfoni di Olé.

L’amore per Messi e il calcio

L’amore del due volte MVP per Messi è tale che nel 2012, quando firmò per i Lakers, chiese di indossare la maglia numero 10 in suo onore. «È il miglior sportivo di tutti i tempi. Forse perché il calcio è lo sport più grande del mondo», ponendolo al di sopra di qualsiasi cestista e persino del mitico Maradona, che pure ammira.

Nash, otto volte All-Star in NBA ma senza anello, è un vero appassionato di calcio: «Vedo molto più calcio che basket», ha ammesso più volte. È azionista del Maiorca in Liga e coproprietario del Vancouver Whitecaps in MLS. Curiosamente, quest’anno la sua squadra canadese ha eliminato l’Inter Miami di Messi nelle semifinali della Concachampions.

La Bombonera, un amore a prima vista

Il suo amore per il calcio argentino lo ha portato anche a visitare La Paternal, la culla di Maradona. Ma è la Bombonera che lo ha conquistato. «La Bombonera è un posto molto speciale. Sono andato a conoscerla e a vivere lì una notte di Copa Libertadores: il ritorno con il River nel 2015». Un’esperienza indimenticabile, nonostante la partita fosse stata sospesa a causa del gas pimienta. «È stato incredibile vedere la passione, l’energia, la rivalità tra quei due grandi club. Un’esperienza davvero unica», ha concluso, lasciando chiara la sua inclinazione calcistica.