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2012

Torino, Ventura: ?Con Cerci bastone e carota?

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TORINO VENTURA – Intervistato da Tuttosport in vista della gara contro il Genoa, Giampiero Ventura ha analizzato il momento delicato del Torino: «Sono sereno. Semplicemente l’anno scorso dopo una sconfitta a Gubbio nel turno successivo dovevi affrontare l’Empoli, adesso dopo il ko con la Juventus ti devi confrontare con il Milan. E’ un po’ differente. Comunque a parte questi discorsi sappiamo di avere di fronte una serie di partite teoricamente alla portata: dobbiamo tornare a fare punti, è evidente. Pensiamo al Genoa: per loro è importantissima, per noi è importante. Vogliamo vincere, andiamo lì per vincere, per fare la partita dall’inizio. Abbiamo un nostro modo di essere, di interpretare il calcio: lo rispetteremo, scegliendo però gli interpreti dopo aver analizzato le decisioni del Genoa», ha spiegato l’allenatore granata, che poi su Cerci ha aggiunto: «Credo che la vicenda di domenica scorsa con Cerci sia stata enfatizzata. Si è trattata di una discussione negli spogliatoi, niente di più. Ma fa parte del gioco. Il punto è semmai un altro: un calciatore va trattato come un figlio: una caramella, una sculacciata. Contro il Milan ero arrabbiato di mio, perché non è giusto vedere un giocatore che si impegna 2 e un altro 10: non mi riferisco in particolare a Cerci, faccio un discorso generale. In ogni caso il problema è lavorare sulla testa del calciatore: tanto caos sulla vicenda, i titoli sui giornali, possono rimanere nella testa di un ragazzo.  Il giocatore, di suo, è portato a pensare singolarmente, è compito dell’allenatore trasmettere il concetto del collettivo: con l’io non si va lontano, con il noi sì. Ecco perché è fondamentale mantenere un equilibrio, l’aspetto decisivo è la crescita. Cerci non può da solo far vincere o far perdere le partite al Torino: deve essere un ingranaggio della catena. Se esce fuori non va bene. Contro la Fiorentina ha disputato una grande prova, deve trovare continuità: se c’è, Cerci può fare bene, se non c’è non serve. Anche Cassano oppure Balotelli possono essere irritanti in alcune partite, in altre determinanti: quando Cerci è arrivato era da ricostruire, sotto diversi punti di vista».

Sugli avversari, invece, Ventura ha spiegato: «Mi hanno affibbiato l’etichetta di sampdoriano perché nella Samp ho mosso i passi da allenatore: ho questa fama, di tifoso blucerchiato, ma in realtà non c’è un motivo vero. Tra l’altro l’80 per cento dei miei amici è di fede genoana, anche parecchio accesa. Infatti quando è capitato in carriera di aver perso contro il Genoa mi arrivavano sms con le due pere disegnate. Onestamente non ho nulla contro i rossoblù, anzi. Non si tratta di una paraculata, ma io nutro grande rispetto per la gradinata Nord: è una delle più calde, delle più “pesanti”. Dovremo tenerne conto. Così come il Chievo saprà di dover superare anche un Olimpico caldissimo, sabato prossimo».