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Quanto avrebbe segnato Dzeko con Mazzarri

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Roma, Garcia separato in casa: Spalletti vicino, ora i gol di Dzeko

Il destino di Rudi Garcia sembra segnato: alla Roma da separato in casa, è il presidente James Pallotta in primissima persona a gestire l’avvicendamento sulla panchina giallorossa. Si cerca l’accordo con Luciano Spalletti sulla durata del contratto che sigillerà il suo ritorno nella capitale: dovesse arrivare il sì, la Roma esonererà Garcia ed affiderà il suo nuovo corso ad una vecchia gradita conoscenza.

CAMBIO INEVITABILE – Che prescinde dalle evidenti responsabilità individuali: si cambia innanzitutto perché così non si può andare avanti. Ed al raggiungimento di questo punto di non ritorno hanno contribuito tutti: la lontananza della proprietà, la poca linearità dell’asset dirigenziale, le inefficienze della guida tecnica, la scarsa disponibilità della squadra, il distacco dell’ambiente. Ingredienti di una torta riuscita male: la Roma avrebbe dovuto rappresentare la reale alternativa agli scossoni rivoluzionari di casa Juventus ma si è smarrita nelle sue contraddizioni ed almeno al momento ha lasciato strada a protagonisti inattesi. Un quadro da psicoanalisi perfettamente fotografato dall’andamento di un campione quale Edin Dzeko: il suo unico gol siglato su azione in Serie A (3 considerando i rigori) urla più forte di qualunque altra considerazione.

DZEKO CON SPALLETTI – Scorrendo le pagine all’indietro e tornando al quadriennio della Roma di Spalletti, gli anni che vanno dal 2005 al 2009, in termini strettamente tattici l’impianto dell’allenatore toscano non ha propriamente esaltato la figura del centravanti: meglio rappresentata, nei dettami del 4-2-3-1 certaldino, da un profilo alla Francesco Totti. Giocoforza più propenso al dialogo con la squadra e dunque a quel ruolo di boa qualitativa finalizzata a garantire l’inserimento dei centrocampisti: mantenere il pallone spalle alla porta, gestirlo nell’attesa del movimento del compagno, servirlo con la qualità che spetta ad un ristretto gruppo di interpreti tra i quali senza dubbio alcuno rientra il capitano giallorosso (lavoro, per intenderci, che oggi sta svolgendo Cassano nella nuova Sampdoria di Montella). Capace poi Totti, per qualità proprie, di mettersi anche in proprio e trovare la strada del gol. Luciano Spalletti si è poi evoluto, o meglio completato, e nell’esperienza alla guida dello Zenit St. Pietroburgo ha dimostrato di poter valorizzare il ruolo intrinseco di un centravanti di ruolo.

DZEKO CON MAZZARRI – Peculiarità invece (quella di esaltare le caratteristiche del centravanti) di un altro toscano, di San Vincenzo per l’esattezza, ossia Walter Mazzarri. Stagione 2006-07, panchina della Reggina: Rolando Bianchi sigla 18 gol, Nicola Amoruso ne mette a segno 17. Neanche a dirlo sono i rispettivi record realizzativi nella massima serie. Stagione 2007-08, panchina della Sampdoria: Claudio Bellucci, sì proprio lui, firma 12 gol. Neanche a dirlo il suo record in Serie A. Un anno dopo, ancora sulla panchina blucerchiata: la finestra invernale di calciomercato porta all’approdo di Giampaolo Pazzini, fino a quel momento autore di un solo gol stagionale con la maglia della Fiorentina, ne siglerà ben 15 complessivi di cui 11 in mezzo campionato e 4 in Coppa Italia. Al Napoli ha plasmato il fenomeno Cavani (che prima di lui era un promettente esterno offensivo) ed i 104 gol che hanno fatto esplodere il cuore del popolo partenopeo. All’Inter non è andata bene, eppure Mauro Icardi non si è certamente lasciato pregare: lo avesse avuto al meglio della sua condizione fisica magari sarebbe andata diversamente. Con Mazzarri insomma hanno segnato tutti. Figurarsi Edin Dzeko.