Parma, Scala: «Siamo una società seria. Gilardino? Inarrivabile» - Calcio News 24
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Parma, Scala: «Siamo una società seria. Gilardino? Inarrivabile»

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Continua: «Chi viene a Parma lo fa alle nostre condizioni»

E’ pronto a tornare in Serie A, divisione che gli compete, il Parma. Fallito nell’estate del 2015, il club ducale è rinato con Nevio Scala presidente ripartendo dalla Serie D e nell’ultimo weekend ha raggiunto la promozione in Lega Pro. Intervistato da La Stampa, Scala ha parlato della nuova realtà gialloblu ma non solo: «Potremmo anche definirla una favola, ma questa è una realtà che abbiamo costruito sulle ceneri di quello che è successo l’anno scorso. Si soffre di più in panchina o in tribuna? In campo ti sfoghi con i giocatori e con l’arbitro. In tribuna senti il peso delle scelte nei confronti di una città che ti ha adottato. Potevo sbagliare, bruciando la gloria raccolta in sette anni di successi. A Palermo e Bergamo non avrei sentito la stessa responsabilità. Qui la gente mi ferma per strada e dice ‘Nevio ma ti ricordi…’».

CONTINUA SCALA«Apolloni allenatore e Minotti ds? Tutti davano per scontato quello che abbiamo fatto. Ma il primo agosto c’erano solo due giocatori a Collecchio: Lucarelli e il giovane Adorni. Tutto il resto era da costruire. E’ stato fatto un lavoro straordinario. Abbiamo sofferto? Se vinci passa tutto. Apolloni li ha guidati con saggezza. Si confronto con tutti, è umile e intelligente, forse troppo istintivo di fronte ai giudizi. Come si può criticare uno che non ha mai perso? Gli ho detto: ‘Hai qui il tuo papà, scarica su di me le tensioni’. Il mio compito è stato questo. Emozionato per i cori dei tifosi sull’Europa? Vogliamo arrivare là ma non facciamo proclami. Il Parma deve puntare in alto, senza privilegi, con le cose pulite. E’ possibile, se lavori con serietà. Ci vorrà un po’ di tempo in più rispetto a Juve, Milan e Inter. Ma anche noi abbiamo alle spalle gente importante. Gilardino? Mi pare che Gilardino abbia un contratto oneroso, inarrivabile. Chi viene a Parma lo fa alle nostre condizioni. Quando arrivai nell’89’ chiesi al presidente che tutti i giocatori guadagnassero pressappoco la stessa cifra. Quando nello spogliatoio c’è equilibrio economico non ci ono invidie. Oggi molti si offrono perché hanno capito che siamo una società seria».