Torino, discussione sull’identità granata: il commento di cinque ex - Calcio News 24
Connettiti con noi

Archivio

Torino, discussione sull’identità granata: il commento di cinque ex

Pubblicato

su

Le parole di Sala, Pulici, Graziani, Zaccarelli, Salvadori e Bonetto

Il campionato è finito ed il Torino di Giampiero Ventura fa i conti con una stagione con più bassi che alti. Oggi cade l’anniversario del primo scudetto granata dopo la tragedia di Superga, quello del 1976, e a Tuttosport si è scatenato un dibattito sull’identità granata con sei protagonisti dell’impresa: parliamo di Claudio Sala, Paolino Pulici, Francesco Graziani, Renato Zaccarelli, Roberto Salvadori ed il dg dell’epoca Beppe Bonetto.  

SERVE PIU’ MEMORIA STORICA – Graziani: «Comincio io. Il passato è un ladro: nulla può restituirti, in compenso può rubarti l’avvenire. Dico questo perché non bisogna solo guardare al passato, è vero. Però, pensando al Toro di oggi, di questi ultimi anni, ho la sensazione che le radici siano state un po’ messe da parte. Ho l’impressione che la società di oggi abbia poco interesse a valorizzare il passato».   Sala: «La tua sensazione credo che sia un po’ di tutti».   Graziani: «Questo Toro non ha abbastanza identità granata, è distante dal nostro mondo». Zaccarelli: «Sono anche passati 40 anni».   Graziani: «Certo. Il tempo non può tornare. Bisogna vivere nel futuro. Però il Toro dovrebbe avere più memoria storica, al suo interno».   Salvadori: «Di sicuro i tifosi sanno conservare al meglio i ricordi del passato, per continuare a vivere la passione del presente. Lo stiamo vedendo anche in questi giorni».   Bonetto: «E’ bello vedere tanto affetto e riconoscenza, anche 40 anni dopo».

CHI RACCONTA OGGI COS’E’ DAVVERO IL TORO? – Graziani: «Avere memoria storica, conoscere la storia del Toro è importante, se oggi vuoi indossare questa maglia. Anche la nostra storia. Noi non siamo stati il Grande Torino, non abbiamo la loro leggenda, ma nel nostro piccolo qualcosa di magico abbiamo fatto anche noi, negli Anni Settanta».   Pulici: «Davamo l’anima in campo, sentivano di avere un onore incredibile a indossare la maglia granata».   Graziani: «Ma pare che diamo fastidio, a ripeterlo oggi. Però sembra che il nostro ricordo possa essere un peso, dia fastidio a chi c’è oggi nel Toro».   Pulici: «Forse pensano che possiamo far loro ombra».   Graziani: «Di sicuro. Ma mi chiedo: chi racconta, chi spiega ai giocatori di oggi che cos’è davvero il Toro, cos’è stato e cosa deve ancora essere?».  

AVEVAMO ESEMPI QUOTIDIANI – Pulici: «Noi avevamo tutto per farci entrare il Toro nel sangue. Da ragazzi ci allenavamo anche noi al Filadelfia, come la prima squadra. Avevamo i Ferrini che ci istruivano, e i giocatori-bandiera erano tanti, mica solo il capitano. E poi c’erano i dirigenti, tutta gente che viveva per il Toro. E i tifosi al Fila, che tutti i giorni ci parlavano. Ci raccontavano le gesta di chi ci aveva preceduto. Ci trasmettevano i valori granata. Gli ideali».  Salvadori: «Il tremendismo, per esempio, nasceva da lì».  Sala: «Avevamo degli esempi quotidiani. Oggi no».