Nino D'Angelo: «Festeggiare con la mia canzone? Sensazione fortissima»
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Supercoppa al Napoli, Nino D’Angelo orgoglioso: «Quasi come quando abbiamo vinto lo scudetto. Festeggiare con la mia canzone? Sensazione fortissima. Futuro? Non è vietato sognare»

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Supercoppa al Napoli, Nino D’Angelo orgoglioso. Le sue parole sul momento dei partenopei ai microfoni della Gazzetta dello Sport

Nino D’Angelo ha vissuto la Supercoppa vinta dal Napoli con un’emozione travolgente, un mix di orgoglio artistico e passione da tifoso. Le immagini della squadra che festeggia a Riad sulle note del suo brano «Quel ragazzo della curva B» lo hanno fatto vacillare e commuovere. Ecco la sua intervista a La Gazzetta dello Sport.

L’INNO E LA COMMOZIONE«Quasi come quando abbiamo vinto lo scudetto. È stata una sensazione fortissima. Ho fatto migliaia di concerti e visto decine di migliaia di partite, stavolta si sono mischiate le mie emozioni. E poi alla fine di una gara vinta dominando. La partita più bella di questa stagione, tra le più belle dell’anno e mezzo di Antonio Conte».

UN DOMINIO NETTO«Il Bologna non ha mai avuto modo di entrare in partita. Non conosco le statistiche ma vado a memoria: sarebbe potuta finire con un punteggio tennistico. Mai avvertito il pericolo, mai concesso un metro di campo. Così la finiamo anche di dire che Conte non diverte».

DE LAURENTIIS«Ho fatto tre film con lui e non posso che ribadire un concetto: siamo dinnanzi a un manager straordinario, che ha importato nel calcio il suo metodo. I suoi cinepanettoni hanno rappresentato un tempo e caratterizzato un’epoca. Avrà pure un carattere non facile, perocché l’ha. In ventuno anni di presidenza guardate dove ha portato il Napoli».

CONTE«Antonio non starà troppo simpatico, e forse non gli importa esserlo, ma vince e lo fa sempre e ovunque e in qualsiasi maniera e lo dico con rispetto assoluto verso il Bologna, ma la vittoria di Riad è stata travolgente, non ha lasciato nulla agli avversari, appartiene all’allenatore e ai giocatori per come è stata affrontata la gara, deliziandoci».

NERES«Finalmente è esploso. Si sacrifica e segna, cosa chiedere di più alla vita. Ha un talento speciale, non aveva ancora avuto modo di dimostrarlo, gliene sono capitate troppe. Ora può trascinarci».

INNAMORATO DI LOBOTKA«Trovi uno che non lo sia. Giocatore unico nel suo genere, almeno così mi sembra guardando in giro. Non solo un regista ma un leader, la guida spirituale che fa star bene chiunque gli stia al fianco o davanti o dietro. E in una squadra che non ha De Bruyne, Lukaku e Anguissa lui diventa indispensabile».

SE RIENTRANO GLI INFORTUNATI«Mi verrebbe da dire che a quel punto non ce ne sarebbe per nessuno ma non lo dico perché porta male e perché non è il caso di esagerare. Però il Napoli è fortissimo, come gruppo. In una situazione di emergenza enorme, Conte ha trovato le risorse umane e ci ha aggiunto qualcosa di suo, come alcune scelte tecniche».

SOGNARE NON È VIETATO«Non è semplice confrontarsi con le ricchezze internazionali ma il Napoli da quindici anni – tranne in una circostanza – sta lì, a giganteggiare in campionato, e non lo dico io. Adesso può evolversi ancora e De Laurentiis ha costruito una società modello, un riferimento per il movimento dal punto di vista gestionale, che in panchina ha un uomo vincente. Insieme, possono provare a guadagnare altre posizioni a livello internazionale. Non è facile ma non è neanche vietato sognare, come ha detto Aurelio a Riad, subito dopo il 2-0. E comunque, dove non si può arrivare con i soldi, si può provare con il talento e con le idee, che al Napoli non sono mai mancate. Basterebbe pensare al livello altissimo di giocatori che sono arrivati dal 2004 in poi, quando tutto sembrava finito».

QUEL RAGAZZO DELLA CURVA B«Il Nino artista ha visto il Nino tifoso vacillare quando ha ascoltato “Quel ragazzo della curva B” in sottofondo. Ma la sentiremo altre volte, vedrete».

UN ALTRO SCUDETTO PER IL 2026«Io sono un incontentabile, e lo è in genere qualsiasi sostenitore. Però le vittorie su Bologna e Milan hanno ribadito la forza del Napoli, quella del suo allenatore e quella di De Laurentiis. Non era semplice, dopo quelle gare andate storte, in cui sembrava che tutto si stesse accanendo contro di noi. E poi la serie di incidenti, la preoccupazione. Ecco, se proprio dovessi scegliere, un altro scudetto me lo prenderei. Magari senza arrivare all’ultima giornata di campionato, in maniera tale da poter preparare pure i festeggiamenti».