2014
Se un Dio del calcio esiste
Messi-Neymar, leggendario ma attuale confronto di chi ha già messo piede nella storia. Appuntamento al Maracanà?
MESSI NEYMAR ARGENTINA BRASILE MONDIALI 2014 – In un Mondiale contano due cose: il talento e la personalità. Competizione troppo breve e di livello elevato per prendere in considerazione altri elementi: se un Mondiale annovera geni calcistici è altamente probabile che questi predominino su tentativi di equilibrio. Se poi al talento si somma il carattere le percentuali rasentano la totalità.
SE ESISTE IL DIO DEL CALCIO… – Se esiste ci proporrà, il prossimo 13 luglio nello scenario del Maracanà, una finale tutta sudamericana tra Argentina e Brasile. Che prima non potranno incontrarsi. Poche storie: è il mondiale di Messi e Neymar. Impensabile non cogliere i segnali: i due astri del Barcellona stanno deliziando. Goleador, trascinatori, dispensatori di bellezza: i gol realizzati sono di inestimabile fattura. L’argentino ha collezionato quattro perle di rara magnificenza: la serpentina con cui ha indirizzato – e grazie alla quale si è sbloccato psicologicamente – la difficile gara d’esordio con la Bosnia, il meraviglioso colpo all’incrocio dei pali che ha regalato nell’overtime un’insperata vittoria alla sua nazionale contro l’Iran, la doppietta ad un’indomita Nigeria impreziosita dal capolavoro su punizione. Dall’altra parte lo splendido sinistro – seguito da rigore e personale doppietta – che ha salvato il suo Brasile dal tracollo nella sfida iniziale con la Croazia, una battuta a vuoto con il Messico (Neymar-dipendenza, non ha girato lui ed il Brasile si è arreso al pareggio) e la spaziale doppietta rifilata al Camerun.
IL PESO NELLA STORIA – Sono i due uomini copertina ma non perché lo dettino le leggi mediatiche: ad imporlo è tutto il talento riversato sul campo. Messi e Neymar hanno già un rilievo determinante nella storia delle rispettive nazionali, tra l’altro non due qualunque ma la più titolata al mondo ed una delle sue più credibili rivali di sempre. La Pulce (classe 1987, 27 anni appena compiuti) è il secondo marcatore della storia della nazionale argentina: 42 gol in 89 presenze alla media di 0.47 reti a partita, lo precede soltanto Gabriel Omar Batistuta con il pazzesco dato di 56 reti in 78 presenze. Ma, per intenderci, nella speciale graduatoria Messi ha già superato Maradona. Per il reale sorpasso gli toccherà vincere il Mondiale, ma questa è tutta un’altra storia. Da vivere ora. Impressionanti le statistiche di Neymar: classe 1992, a soli ventidue anni, è il sesto marcatore della storia brasiliana con 35 gol in 52 presenze alla strabiliante media di 0.67 reti a gara. Già alle spalle i vari Rivaldo e Ronaldinho – roba da non crederci – è preceduto da Bebeto (39), Zico (52), Romario (55), Ronaldo (62) e Pelè (77). In media perfetta con i top three, ha una lunga carriera davanti a sé per battere ogni record. Partendo da una roccia già edificata: all’età di ventidue anni soltanto O Rey aveva segnato quanto lui in verdeoro. Neanche il Fenomeno Ronaldo.
IL PESO NEL PRESENTE – Messi e Neymar hanno letteralmente cannibalizzato il resto delle proprie squadre: che, va ribadito, rispondono ai nomi di Argentina e Brasile. Appaiati a 4 gol nelle tre partite disputate a Brasile 2014, Messi ha siglato il 66.6% delle reti della sua nazionale (4 su 6) e Neymar il 57.1% (4 su 7). Per ragioni diverse erano attesi all’appuntamento mondiale con i fucili carichi: l’argentino quattro anni fa aveva clamorosamente toppato il Mondiale sudafricano – quello che a tutti gli effetti doveva essere il suo Mondiale – ragion per cui la sua patria gli ha ordinato di rispondere presente. In Brasile, nel non amato Brasile, incredibile gioco del destino e inarrivabile chance di una vita per la Pulce. Il nuovo astro brasiliano atteso invece come il Messia dal suo popolo: Mondiale casalingo con un Brasile mai così tanto solido e poco talentuoso, genio ed imprevedibilità affidati tutti ai suoi piedi. Altro disegno del destino: potrà mai, un ragazzino di appena 22 anni, reggere tutta la pressione di un Paese a cui non basta vincere ma che vuole farlo deliziando? Maledetto futebol bailado. Ecco dunque che chiudiamo come aperto: se al talento si somma la personalità…