Napoli, Mertens: «Con dei rinforzi possiamo sognare» - Calcio News 24
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2014

Napoli, Mertens: «Con dei rinforzi possiamo sognare»

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Le parole dell’attaccante belga, che ha tracciato un bilancio della stagione.

NAPOLI MERTENS – Definito un “professionista esemplare” dal suo allenatore, Dries Mertens ha ripagato il Napoli per la fiducia: 11 reti e 10 assist per l’attaccante esterno, costato circa 10 milioni di euro al club partenopeo. A quasi un anno dal suo arrivo il calciatore belga ha tracciato un bilancio della sua avventura: «Questa è una città meravigliosa, ideale per il calcio e per vincere. E’ stata un’annata straordinaria. Avvertivo su di me il peso di quest’esperienza ma anche gli influssi positivi. Obiettivi? Prima cosa: vogliamo arrivare a cento gol. Seconda: vorremmo vincere per arrivare a 78 punti; però siamo consapevoli della forza del Verona, che ha fatto tanto bene. Terza cosa: è stata un’annata meravigliosa, mi creda. Perché abbiamo vinto la Coppa Italia e non era semplice: nel nostro percorso ci sono state avversarie di qualità, la semifinale con la Roma è stata elettrizzante e la finale con la Fiorentina bellissima in campo e vissuta con uno stato d’animo particolare. Siamo riusciti a centrare la qualificazione ai preliminari di Champions, che ora sembra un dettaglio ma che è rappresenta un traguardo. E infine aver allestito una squadra che abbia avuto sempre il desiderio, neanche tanto nascosto, di divertire. Abbiamo regalato soddisfazioni alla gente, che mi sembra sia uscita spesso dallo stadio soddisfatta. Abbiamo tentato di sedurre attraverso il gioco. Intanto, complimenti alla Juventus: chi fa cento punti, ha il diritto di vedere i propri meriti riconosciuti anche dagli avversari. Ma noi abbiamo possiamo essere fieri di quello che abbiamo realizzato e del modo in cui l’abbiamo fatto, siamo stati battuti solo da chi ha viaggiato a ritmi da record», ha dichiarato Mertens ai microfoni del “Corriere dello Sport”.

IL PROGETTO E LA CRESCITA – L’attaccante ha poi riavvolto il nastro della sua stagione e di quella del Napoli, parlando del progetto e della crescita della squadra: «Quando sono arrivato, i timori c’erano, soprattutto in Belgio: al Psv giocavo sempre, qui c’era il rischio di farlo di meno, e nell’ottica degli impegni con la Nazionale, la preoccupazione la coglievo. Ora invece mi accorgo che per la critica, per chi ha osservato la nostra stagione, per chi ha notato ciò che ho realizzato, mi viene riconosciuto un ruolo più autorevole: come se fossi diventato più importante, per aver maturato in un calcio così evoluto conoscenze nuove e per averlo fatto con autorevolezza. Cos’è Napoli per me? Il luogo ideale in cui giocare al calcio, una città meravigliosa in cui in ogni angolo si avverte la passione della gente verso i propri calciatori, un mondo incantato in cui vincere. Io non ne avevo idea, credetemi. Pressione alta? E’ ovunque così. E’ importante essere maturi al punto giusto per riuscire a sopportarla; saper essere sempre molto concentrati; avere conoscenza dei propri limiti ma anche dei pregi. Siamo una squadra forte, che attraverso una serie di innesti lo diventerà ancora di più: abbiamo costruito tantissimo, eravamo in molti ad essere nuovi, a cominciare dall’allenatore; si è cambiato il sistema; siamo stati sfortunati in alcuni momenti-chiave, perché ci sono mancati per infortunio elementi di spicco. Gli episodi non ci hanno sempre favorito, però se fate il conto c’è da essere soddisfatti per quello che abbiamo colto ed ottimisti per quello che si potrà realizzare. Qui ci sono le condizioni per restare grandi tra le grandi. Non s’era mai visto in precedenza: fuori con dodici punti nel girone di Champions League. E tutto per un solo gol. Noi che ne abbiamo segnati novantanove… Non le sembra buffo? Non mi piace sbilanciarmi, ma so che siamo sulla strada giusta e gran merito di tutto ciò è nelle capacità del club e in quelle di Benitez: esiste un progetto, esiste un Napoli che vuole migliorarsi sempre, che punta molto sul bel gioco per accattivarsi la simpatia di un pubblico straordinario. Pensiamo di aver creato le premesse affinché si possa poi un giorno vincere. Inler m’è stato molto d’aiuto nei primi mesi, quando non conoscevo una sola parola d’italiano. Sempre al mio fianco, a tradurmi. Ma in generale questo è un gruppo unito, in cui ci sono affetti veri. E’ un altro aspetto che spinge a credere in noi».

LA NAZIONALE – Inevitabile il discorso sui Mondiali e quindi sul Belgio, la possibile mina vagante del torneo: «Siamo giovani e forse anche forti, ma questo è giusto lo dica il campo e non io. Abbiamo voglia di stupire: siamo in un girone nel quale possiamo farcela…. Una Nazionale di buoni giocatori deve avere la consapevolezza dei propri mezzi. L’unico suggerimento che mi sento di dare ai miei compagni ed a me è di tenere i piedi per terra. Però non ci mancano i mezzi per stupire: lo dicono in tanti, noi dobbiamo confermarlo. Sarà un Mondiale entusiasmante, se la Spagna si mette a palleggiare diventa durissima per chiunque; poi alle spalle vedo Argentina e Brasile. Ma inserisca anche il Belgio tra le protagoniste, le conviene…».

FUTURO – Infine, Mertens ha puntato lo sguardo al futuro, alla prossima stagione col Napoli: «Non ci sarà bisogno di ambientarsi per molti di noi. E poi, visto la bontà dei risultati, penso che resteremo un bel po’: dunque, ci conosceremo sapremo come comportarci, avremo conoscenze dirette di ognuno di noi più spiccate. Io quando sono arrivato ho immediatamente intuito che avrebbe bisogno di un ragionevole periodo per calarmi in questa realtà del tutto nuovo: poi, superate le primissime settimane, le prime giornate di campionato, ho capito e mi sono impossessato della situazione. Se ho capito anche cosa chiede Napoli? Ci mancherebbe! Vuole che non lo sappia? E secondo lei io cosa voglio».