2013
Sulla strada per il Mondiale
LItalia di Prandelli verso Brasile 2014: pro e contro ad un anno dal grande appuntamento e le possibili novità
L’esperienza italiana in Confederations Cup è da ritenersi positiva: terzo posto alle spalle di Brasile e Spagna con una semifinale che grida rammarico e vendetta. Proprio la sfida con la Spagna sembra essere quella della svolta: attesi al varco dal folto gruppo dei detrattori, gli azzurri hanno disputato una partita di gran carattere e qualità non mostrandosi affatto riverenti contro la superpotenza iberica.
I PRO DELLA CONFEDERATIONS CUP – Innanzitutto l’abilità nell’adattarsi ai frequenti cambiamenti di modulo: è vero, con la difesa a quattro è andata un po’ peggio in termini di equilibrio generale, ma ci si può lavorare. Prandelli è indirizzato sulla strada della flessibilità tattica – anche a gara in corso – e sta imprimendo il concetto ad un gruppo che deve farsi trovare pronto di fronte alle eventuali modifiche. Altro punto a favore la conferma dei singoli attesi: Buffon ha risposto presente, Pirlo è il solito illuminato condottiero, Balotelli il carico da mille e i vari Marchisio, Candreva e Montolivo pedine affidabili. Ma le sorprese maggiori arrivano da tre novità di diverso carattere: De Sciglio ci sarà anche tra un anno quando la sua maturità calcistica avrà raggiunto un ulteriore stato d’avanzamento, De Rossi brilla con la maglia della nazionale molto più di quanto gli riesca con quella della Roma e Giaccherini ha finalmente motivato con qualità e duttilità quella fiducia totale concessagli dalla gestione tecnica di Cesare Prandelli.
I CONTRO – Elemento di rottura con il passato dell’attuale corso della nazionale italiana è la precaria tenuta della solidità difensiva: mai così male con Prandelli. Bene con la difesa a tre contro la Spagna – nessun gol al passivo – e male a quattro contro Giappone e Uruguay, considerando la rete subita dal Messico frutto di un errore singolo e non di un’impostazione generale. Difensori bianconeri oramai abituati alla linea difensiva a tre? Probabile, ma il lavoro avviato dal tecnico di Orzinuovi in direzione della variabilità degli assetti non si fermerà di certo di fronte alle prime difficoltà. Qualche limite numerico invece si è registrato per quanto concerne le risorse offensive: l’infortunio di Balotelli – in concomitanza con l’esclusione di Osvaldo per mancata aderenza al codice etico, l’infortunio di Pazzini e la non affermazione tecnica di altri profili osservati dal tecnico – ha privato la nazionale di una vera e propria mole offensiva.
LE INNOVAZIONI – Ora resta da concludere adeguatamente il girone di qualificazione al prossimo Mondiale e prepararsi con cura alla massima competizione calcistica: la base è già fatta con tanti partecipanti alla Confederations Cup che saranno giustamente riconfermati da Prandelli. Ma non mancheranno le novità ed il serbatoio dal quale può attingere il tecnico non sembra affatto vuoto: i vari Ogbonna, Ranocchia, Verratti, Florenzi, Insigne, G.Rossi, Pazzini, Destro (Di Natale e Totti?) hanno la chance di disputare una stagione sopra le righe e convincere Prandelli a ridisegnare le proprie gerarchie per implementare un gruppo già di per sé valido. Bando alle malelingue, l’Italia c’è perché ha dimostrato di esserci: è vero, al Mondiale sarà un’altra storia ma è quando l’appuntamento conta che la nostra nazionale sa tirare fuori il meglio di sé. Ad maiora Italia.