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Abbiati: «Dal calcio alle moto, ecco la mia seconda vita. Il Milan degli americani? Preferisco l’epoca di Berlusconi e Moratti e oggi guardo più film che partite»
Le parole di Christian Abbiati, ex portiere del Milan, sul suo rapporto con il mondo del calcio dopo il ritiro. Tutti i dettagli
Dal calcio alle moto, Christian Abbiati – ex portiere del Milan, eroe dello scudetto del 1999 della squadra guidata da Alberto Zaccheroni – si racconta a La Gazzetta dello Sport. Una seconda vita ispirata soprattutto dalla passione per l’Harleym, diventata un lavoro. E nella quale il calcio occupa uno spazio molto marginale.
I RADUNI DI MOTO – «Da marzo a settembre sono circa due appuntamenti al mese, nei fine settimana. Si parte in gruppo da Milano, noi ci chiamiamo ‘Gate32 Milano Chapter’, siamo 300 iscritti. Il clou è l’evento del sabato sera, con la cena dove ci si ritrova tutti insieme. Si va dalle 300 persone a 2mila, con musica dal vivo e premiazioni per i gruppi. Non solo Italia, ma anche estero. Abbiamo fatto Barcellona, Madrid, Portogallo, quest’anno andremo in Croazia».
GLI USA – «Su questo aspetto sono molto strano: andare in moto là non mi interessa, non l’ho mai fatto. Forse perché le strade sono il più delle volte larghe e dritte: vuoi mettere farsi un giro del lago in Italia? Io il nostro Paese l’ho conosciuto con l’Harley, facendo viaggi che in macchina non avrei mai fatto».
BUDDISMO – «Mi sono messo a studiare buddismo tre anni fa inteso non come religione in sé, perché resto cattolico, ma come stile di vita. Il buddismo zen. L’ho messo in pratica, funziona bene: non ho più pensieri negativi, mi ha fortificato. Penso all’oggi, non faccio drammi sulle cose e cerco la soluzione».
SEGUE IL CALCIO – «Sono un occasionale. Se c’è un film che mi interessa e la partita, è più facile che guardi il film».
IL MILAN AMERICANO – «Io sono affezionato ai Berlusconi e ai Moratti. Insomma alla vecchia scuola, quei proprietari presenti sul territorio e tifosi delle squadre che possedevano».
COSA FARA’ NEL FUTURO – «Non ho dubbi: il nonno».