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AIA, Nicchi: «Con me arbitri più forti dopo Calciopoli»

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Le elezioni dell’AIA, per scegliere il nuovo presidente dell’associazione arbitrale, sono alle porte. Tra i candidati, ancora una volta, c’è lui, Marcello Nicchi: intervistato oggi da La Gazzetta dello Sport, tra le altre cose, l’ex arbitro ha provato a spiegare i motivi per cui, secondo lui, meriterebbe un nuovo mandato. «Sono stato io a traghettare l’associazione fuori dalle macerie di Calciopoli, rendendola più forte e libera da certe dinamiche – spiega Nicchi – . Ci sono regole pensate proprio per non far crollare tutto. Non ci sono limiti di mandato nemmeno per i presidenti di sezione perché a volte non c’è nessuno in grado di sostituirli. Saranno i delegati a decidere se merito ancora la loro fiducia. L’AIA oggi è più forte. E lo è perché ad esempio abbiamo alzato i rimborsi, erano fermi da anni. Non solo, i soldi arrivano nelle tasche degli arbitri in poche settimane, prima ci volevano mesi e a volte sparivano. Gli associati delle isole hanno pure i biglietti aerei prepagati per non essere penalizzati».

AIA, NICCHI: «DASPO A CHI PICCHIA UN ARBITRO» – Particolarmente sensibile Nicchi sul tema violenza: chi picchia un arbitro oggi paga i danni di tasca propria, ma non è finita, perché il numero uno dei fischietti italiani vorrebbe introdurre un Daspo, ovvero un provvedimento di allontanamento da tutte le manifestazioni sportive, come per i tifosi, per chi commette un atto del genere. Sui rapporti con la FIGC, da cui comunque Nicchi rivendica l’autonomia, nessun particolare problema: anche se gli arbitri italiani non avevano votato Carlo Tavecchio come presidente, ad oggi non si sono mai create tensioni tra le parti…