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Buon compleanno a… Giacomo Raspadori

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Oggi Giacomo Raspadori compie 23 anni. Non è il compleanno più felice: l’infortunio patito in allenamento lo terrà lontano per un mese dagli impegni agonistici, a partire dalla gara di ieri a Reggio Emilia dove avrebbe fatto volentieri la parte dell’ex. E, quel che è peggio, Jack non sarà a disposizione di Spalletti proprio in un momento nel quale la ripresa della Champions League determinerà nuovi spazi per quelli come lui, che l’allenatore non definisce mai come riserve perché li considera titolari aggiunti e come tali si sono comportati. I numeri dell’azzurro (azzurro anche Nazionale, non solo napoletano), dicono di un giocatore che ha segnato un solo gol in campionato, ma che è stato estremamente importante perché ha determinato una vittoria nel finale contro lo Spezia. Era solo la sesta giornata e ancora si doveva capire sia l’esatta portata delle ambizioni della squadra, che il suo status di grande. E anche per quanto riguarda lui, il salto dalla provincia dove giochi davanti a pochi intimi alla metropoli passionale non gli ha fatto girare la testa. Tanto è vero che il meglio lo ha fornito nelle esaltanti prove in Europa.

Se oggi il Napoli viene considerato una mina vagante negli ottavi di Champions, una parte ce l’ha anche il ragazzo classe 2000, che di reti nel girone ne ha realizzate 4. Per essere alla sua prima partecipazione nella massima competizione continentale, Raspadori ha già accostato il suo nome a campioni celebrati. Come Dries Mertens e Lorenzo Insigne, gli altri attaccanti del Napoli ad essere andati in gol per 3 match consecutivi di Champions League. O, allargando lo sguardo, come Alessandro Del Piero e Fabrizio Ravanelli, che come lui hanno segnato nelle prime 3 gare della competizione. Ricordare che questo evento non si verificava dal lontano 1995 fa capire perché si possa anche sperare che Giacomo faccia epoca e non lo scriviamo solo perché oggi spegne le candeline.

Un anno fa di questi tempi, esattamente il 20 febbraio, i 22 anni Raspa li festeggiò con due giorni di ritardo a San Siro. Nel luogo dove il campionato prima aveva segnato una doppietta al Milan, convincendo Mancini che uno così andava aggregato agli Europei, l’attaccante del Sassuolo in coppia con Scamacca fa impazzire l’altra parte della città e affonda l’Inter. Il gol che apre la sfida è molto indicativo riguardo le sue qualità. Gioacomo riceve palla da Berardi, lo stoppa di destro, se lo porta ancora un po’ avanti e conclude forte verso la porta: un tiro più rapido che preciso, passa in mezzo alla gambe di un Handanovic che si fa fatica ad assolvere, ma che – evidentemente – rimane sorpreso da quella rapidità d’esecuzione. Da quel rapido collegamento – verrebbe voglia di definirlo così – tra desiderio del gol e sua attuazione. Un exploit di grande immediatezza, con quella spontaneità che hanno i giovani, per l’appunto. Un gol che si fa all’ottavo minuto, con il cervello sgombro dalla fatica e dai pensieri, mossi dall’idea che tutto sia possibile, non resta che andarselo a prendere.

Paradossalmente, l’approdo a Napoli, in un contesto di ampia concorrenza in Italia, può avere persino alleggerito le pressioni su Giacomo. Napoli è la piazza che spaventò Paolo Rossi, troppo perfetto in provincia per misurarsi in una città che lo avrebbe soffocato di troppo amore. Jack spesso è stato accostato a Pablito, succede ogni volta che in Nazionale spunta un giovane attaccante rapido e scattante com’era l’eroe del Mondiale ’82, anche a lui l’anno scorso gliel’hanno detto con più forza quando in Turchia ha segnato la sua prima e finora unica doppietta. Paolo Rossi ha giocato il suo primo Mondiale a 21 anni. A Raspadori gliel’hanno negato, ma tempo per lasciare un segno ce n’è, se finalmente ci decidiamo a partecipare.