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Buon compleanno a… Hirving Lozano

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Oggi è il compleanno del messicano del Napoli, Hirving Lozano, alle prese con il recupero dall’infortunio e da un futuro incerto

Oggi Hirving Lozano compie 28 anni. Magari non è uno di quei modi di dire che utilizza, ma è anche possibile che in un qualche angolo del suo cervello il messicano stia ospitando un pensiero – un luogo comune – che gli sta condizionando l’estate: si stava meglio quando si stava peggio. Se nel linguaggio abituale significa che non sempre le novità positive portano a un miglioramento, nel suo caso si legge in modo molto diretto: proprio quando si è raggiunta la meta, un passo più in là c’è il precipizio. Ovvero: neanche il tempo di trascorrere in piena serenità il tempo dello scudetto che ci si trova ai margini, a rischio persino di finire fuori rosa nel nuovo Napoli targato 2023-24. Toccato il massimo, la missione sembra finita. E Irving si trova a osservare il futuro con qualche preoccupazione, a meno che non spunti qualche ricca offerta araba a mettere sul piatto un bel gruzzoli di denaro come non si è mai visto prima.

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Scendendo nel tecnico, che è il territorio che dovrebbe comunque essere il più battuto quando si va a comporre l’organigramma della nuova rosa, è fuor di dubbio che non sia stata questa la stagione migliore di Lozano. Il tricolore conquistato non cancella numeri deficitari, con sole 3 reti in campionato e una in Champions League. Niente di paragonabile a quanto inanellato in precedenza in Serie A e pure in Eredivisie, quando nel 2017-18 trascinò il Psv Eindhoven alla conquista del titolo con 17 gol in 29 incontri. Per poi dimostrare di essere un giocatore da tenere in grande considerazione nell’annata successiva, quando in Olanda aggiunse un’ulteriore rete nel suo carnet e, soprattutto, mise in mostra in Champions League quelle caratteristiche di velocità che hanno convinto Cristiano Giuntoli e Aurelio De Laurentiis che valesse la pena portarlo all’ombra del Vesuvio. E non era solo questione di gambe, c’era anche la puntualità dei suoi inserimenti a offrire la sensazione di trovarsi davanti un giocatore speciale. Come si era potuto apprezzare – verbo ovviamente scartabile dai tifosi dell’Inter – quando a San Siro aveva trafitto Handanovic e la speranza nerazzurra di fare strada in Europa, con un colpo di testa su invito di Bergwijn. Ok, era tutto libero e non era così difficile andare a segno, ma la sensazione che in lui ci fosse il veleno giusto per mettersi alla prova in un altro contesto aveva una ragione d’essere.

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I fatti hanno dimostrato che l’idea di puntare su di lui è stata giusta. Al primo anno – 2018-19 – ha mangiato il pane duro della discontinuità, facendo parte di un attacco nel quale la concorrenza era massiccia e non bastava un lampo per accecare chi di dovere. Ogni gara è stata un test, un mettersi alla prova, un provare a fare capire che lo spazio da concedergli doveva essere maggiore. Non era bastato entrare e pronti, via, andare subito in gol, com’era successo nell’incredibile debutto in Juventus-Napoli.

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Meglio, molto meglio, la stagione successiva, chiusa con 15 gol complessivi e ben due doppiette nelle prime due gare di campionato al San Paolo. Molte delle sue prestazioni hanno il marchio dell’irresistibilità, contrassegnate da un’andatura alla quale si fa fatica a stare dietro quando decide di variarla e si prodiga in scatti da personaggio dei cartoon. Peccato che non basti alla squadra, che chiude male un campionato dove era un dovere non buttare via la qualificazione in Champions.

Con Luciano Spalletti non esce da un tratto che non manca nel suo percorso: l’andare un po’ in saliscendi, alternare partite da migliore in campo o giù di lì ad altre dove gli riesce troppo poco per poter soddisfare un allenatore giustamente esigente. Una situazione che si vive nella stagione delle occasioni perdute e perdura quest’anno, nel quale cambia però la linea del rendimento: non più montagne russe, ma un’ottima prima parte e una seconda in netta flessione, ad accentuare di un tono individuale quel che succede collettivamente allo splendido Napoli che va a festeggiare il terzo scudetto della sua storia. E adesso si vedrà: ovunque andrà, si presenterà comunque da campione d’Italia.