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Buon compleanno a… Jurrien Timber

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Jurrien Timber

Oggi Jurrien Timber compie 22 anni. Potrebbe essere un’estate piuttosto rovente per lui perché sono diversi i club interessati a un prospetto così giovane e promettente

Oggi Jurrien Timber compie 22 anni. Potrebbe essere un’estate piuttosto rovente per lui perché sono diversi i club interessati a un prospetto così giovane e così promettente. Si dice che l’Ajax abbia sparato una quotazione alta, sui 50 milioni, per chi lo volesse acquistare. In questi casi non si sa mai se è un prezzo fatto evitare l’assalto di qualche club della Premier oppure, al contrario, invogliarlo vista l’ampia disponibilità economica di pressoché tutti i club inglesi. E se qualcuno cerca un difensore duttile, già affermato nel calcio che conta, in possesso di una più che discreta esperienza internazionale, lui è il profilo adatto, uno dei migliori rintracciabili sulla piazza. Senza contare che oltre Manica si guarda sempre con grande attenzione alle situazioni intriganti in Eredivisie e Timber è entrato nelle liste dei papabili da tempo.

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La stagione non è stata certamente positiva per il ragazzo. Non per una per sua precisa responsabilità, ma per quanto successo nel club. Che ha ingannato ogni aspettativa e non ne mancavano. Ne siamo testimoni noi stessi, che prima dell’incontro con il Napoli e pur tenendo conto delle momentanee difficoltà d’inizio stagione, scrivevamo da buoni osservatori del campionato olandese la seguente analisi dell’Ajax, corredata da una profezia: «Per quanto riguarda la difesa, davanti al portiere Pasveer, Timber e Bassey formano una coppia giovane e allo stesso tempo molto affidabile. Le chiavi del gioco ajacide, però, sono nelle mani di un giocatore: Edson Alvarez, messicano dai piedi d’oro e dalla fisicità imponente. Questo non è sicuramente l’Ajax più forte della storia, e rimane inferiore al Napoli sulla carta. Sbancare la Johan Cruyff Arena, però, è impresa ardua. I lancieri, forti della grande spinta dei tifosi olandesi, restano una delle squadre più difficili da affrontare. Kvaratskhelia e compagni sono avvisati».

Come sia andata a finire è noto a tutti: Spalletti ha giocato a tennis sulla formazione di Alfred Schreuder e non è stata neanche l’unica delle umiliazioni patite dai campioni d’Olanda. Che sono crollati – e infatti il tecnico ha lasciato ben prima della naturale conclusione dell’anno -, finendo per chiudere con un terzo posto che li retrocede in Europa League per il 2023-24, lasciandoli totalmente a mani vuote in questa stagione.

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Nel disfacimento dei lancieri sarebbe un azzardo chiamare qualcuno fuori dalle proprie responsabilità. Però, se non innocente, Timber ha comunque delle attenuanti che possono anche funzionare come elementi di una crescita in atto. Intanto, ha giocato tantissimo, oltre 4000 minuti sommando tutte le competizioni, segno che è diventato un irrinunciabile. Ha messo a segno 2 reti, facendosi trovare pronto su due calci di punizione (bella soprattutto la deviazione in tuffo di testa a Groningen). E, se si vuole scegliere un episodio che un po’ esprime tutto il senso di ciò che è stato, è bene isolare il suo salvataggio alla prima giornata su Burak Yilmaz in Fortuna Sittard-Ajax 2-3: un intervento tempestivo e provvidenziale a determinare il mantenimento dei 3 punti, ma già si poteva intuire che qualcosa scricchiolava nella squadra che l’anno prima aveva dominato.
Non sarebbe un quadro completo degli ultimi 365 giorni di Jurrien senza ricordare che così giovane ha partecipato a un Mondiale, terminato con una sfida vibrante e polemica con coloro che sarebbero diventati campioni.

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I supplementari con l’Argentina lo hanno visto tra i più attivi nell’aggressione alta, una sorta di sintesi delle sue attitudini. E nonostante l’esito negativo, lui non fa assolutamente parte del coro di quelli che ritengono il Qatar una sciagura per io calcio, tutt’altro: «Giocare il Mondiale a novembre e a dicembre mi è piaciuto tanto. Secondo me è un’esperienza che andrebbe ripetuta. Siamo arrivati qui nelle condizioni fisiche ideali. Giocare in questo periodo è stato bello anche dal punto di vista tecnico. A parte la temperatura perfetta, siamo arrivati qui nelle condizioni fisiche ideali, perché non eravamo stanchi come normalmente succede a fine stagione. Si è visto dall’intensità del ritmo, le partite sono state tutte veloci. E i calciatori migliori, proprio perché stavano bene, hanno potuto rendere al massimo. Credo che sia un’esperienza da ripetere, se ci sarà la possibilità».