Confederations Cup spettacolare: la luce di Neymar oscura la (non) caduta degli dei - Calcio News 24
Connect with us

2013

Confederations Cup spettacolare: la luce di Neymar oscura la (non) caduta degli dei

Avatar di Redazione CalcioNews24

Published

on

neymar brasile conf cup 2013 applauso ifa

E’ l’astro sudamericano l’uomo copertina: il lavoro di Scolari ha ridotto le distanze tra Brasile e Spagna

Nel segno del Brasile, è così che termina la Confederations Cup come del resto era iniziata. Prima di affrontare i temi emersi dalla competizione è doveroso accennare all’ottima organizzazione della stessa – malgrado le tensioni sociali interne al Brasile – e al fatto che, nonostante le malelingue del caso, non sia assolutamente una competizione di secondo ordine.

LA STELLA DI NEYMAR – Tutt’altro che di secondo rilievo: anzi, piena zeppa di campioni e forte di grandi squadre e realtà emergenti. Un degno antipasto della competizione mondiale che si terrà nella stessa terra tra un anno. Tra i migliori il solito Iniesta, gli immortali Pirlo e Buffon, il famelico Cavani: ma la scena, impossibile nasconderlo, è stata tutta dell’astro brasiliano Neymar. Atteso con il fucile carico dall’esercito dei suoi detrattori, in attesa dell’auspicata scivolata di fronte alle potenze mondiali: il neoacquisto del Barcellona ha risposto da grandissimo campione, sviolinando con costanza tutto il suo enorme talento, velocità ed accelerazioni improvvise, dribbling, assist e gol strepitosi. Un fuoriclasse si rende riconoscibile quando ha palla al piede e dà la sensazione che tutto possa accadere. Ma quel che non era lecito attendersi è arrivato: la personalità. Neymar ha stoffa da vincente e caratteristiche da leader e trascinatore, classe 1992 è già un capopopolo ed è lui in primissima persona ad ispirare la rinascita calcistica brasiliana sotto la spinta della nuova ed eccellente leva di giovani talenti.

IL LAVORO DI SCOLARI – Poco da lavorare sul fenomeno Neymar? Probabile, ma tanto – tantissimo – c’era e c’è da fare con una squadra praticamente rifondata sulle ceneri delle ultime delusioni. Ed in questo Felipe Scolari ha saputo rivelarsi un eccellente interprete: 4-2-3-1 che è tutt’altro rispetto a ciò che un osservatore poco attento potrebbe aspettarsi. Le chiavi fondamentali sono equilibrio e pressing: attenzione massima è riposta nella fase difensiva – che novità per la filosofia brasiliana – con la fortissima difesa a quattro ulteriormente rinforzata dal lavoro totale di due mediani tuttofare quali Paulinho e Luiz Gustavo. La fantasia è affidata al terzetto Neymar-Oscar-Hulk, ma soltanto il primo è parzialmente esonerato dai compiti di copertura. E Scolari ha vinto la scommessa Fred: contestato all’unisono in patria per essersi affidato ancora ad un centravanti mai amato dalla piazza, l’attaccante del Fluminense ha ricambiato la fiducia a suon di gol ed il ginepraio di critiche si è trasformato in applausi.

LA CADUTA SPAGNOLA – Dove può arrivare questo Brasile? Difficile dirlo oggi, la competizione mondiale è argomento troppo districato e dipendente da un numero di fattori incalcolabile. Di certo c’è che il divario con la Spagna campione di ogni cosa si è ridotto: la squadra di Del Bosque ha palesato limiti inattesi proprio di fronte all’imprevedibilità del fenomeno Neymar, che saltava fuori ovunque senza trovare adeguate contromisure. Le trame offensive non sono mancate – a dirla tutta è puramente casuale che la Spagna non abbia trovato la via del gol – ma il pressing della squadra brasiliana ha fatto sì che i ruoli si invertissero e che il recupero palla che ha reso grande la Spagna le se ritorcesse contro. Legame con la caduta del Barcellona al cospetto del Bayern Monaco? I blaugrana ripartono proprio da Neymar – spaziale la convivenza con Messi ed Iniesta, rispettivamente miglior calciatore brasiliano, argentino e spagnolo sulla piazza, anche se dopo questo 3-0 Neymar non risulterà simpaticissimo agli iberici – e guai a dar per morta la Spagna: il ciclo vive ancora su un’età media piuttosto contenuta e, ad ogni modo come dimostrato dai due successi europei dell’under 21, i ricambi sono già pronti.