Conte: «Finale di Europa League proficua, la squadra ne aveva bisogno»
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Conte: «Finale di Europa League proficua per noi, la squadra ne aveva bisogno»

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Antonio Conte, allenatore dell’Inter, ha parlato ai microfoni di Uefa.com in vista della finale di Europa League contro il Siviglia

Antonio Conte, allenatore dell’Inter, ha parlato in vista della finale di Europa League contro il Siviglia. Ecco le sue parole rilasciate a Uefa.com:

ANALISI STAGIONE – «Dobbiamo ancora trarre le nostre conclusioni finali perché c’è ancora un’altra partita, che per noi è la partita più importante: è una finale, la possibilità di vincere un trofeo importante. Sicuramente penso che sia stata una stagione complessivamente positiva. Abbiamo fatto cose importanti e apportato miglioramenti importanti. Siamo riusciti ad arrivare alla finale di Europa League, nonostante la piccola delusione di non aver superato la fase a gironi di Champions League. Vediamo il bicchiere mezzo pieno, perché (quella delusione ndr) ci ha permesso di fare un viaggio molto più proficuo in Europa League di quanto avremmo avuto in Champions League. Penso che questa squadra, con tanti giocatori giovani e inesperti, ne avesse bisogno».

FINALE CONTRO IL SIVIGLIA – «Sarà una partita difficile. Giochiamo con la squadra con più esperienza e che ha vinto il maggior numero di titoli nell’ultimo decennio di questa competizione. Dobbiamo essere attenti, ma anche giocare la nostra partita con grande entusiasmo e coraggio, come abbiamo fatto finora. È una finale e solo le migliori squadre arrivano in finale. Quindi dobbiamo dimostrare in campo che siamo i migliori, se vogliamo questo trofeo. Dobbiamo giocare con la voglia di vincere e riportare il trofeo in Italia e di riportare un trofeo all’Inter. Il Siviglia avrà la stessa idea, quindi dobbiamo dimostrare di essere la squadra migliore. Per me è sempre importante poter dire ai ragazzi, a fine partita, che non abbiamo rimpianti. Se siamo la squadra migliore, alzeremo il trofeo. Se no, avremo dato il massimo e applaudiremo i nostri avversari».

LAUTARO E LUKAKU – «Conoscevo molto bene Lukaku perché è un giocatore che seguivo da tempo. Ho provato molte volte a ingaggiarlo nei miei ex club. Conoscevo le caratteristiche che aveva. Quanto a Lautaro, era un giocatore che avevo ammirato in televisione, anche se l’anno scorso non aveva giocato molto. Ho visto la sua capacità e la sua qualità. Era inevitabile che, lavorando insieme, e lavorando molto, si sviluppasse l’intesa tra i due. Sono giocatori che hanno l’egoismo tipico di un attaccante, ma anche l’altruismo per giocare per la squadra e aiutare gli altri a segnare».

GODIN – «Aveva bisogno di tempo per adattarsi al nostro stile di gioco, che era completamente diverso da quello a cui era abituato (Atlético Madrid e ndr Uruguay). Ha dovuto imparare a difendere correndo in avanti e imparare a difendere con 50 metri di spazio dietro di lui. Aveva la forza, la professionalità e l’umiltà per rendersi disponibile e ampliare il suo gioco in termini di stile di gioco. Quindi merito a lui. Si è messo in gioco e ha accettato la nuova sfida, e ora sta vedendo grandi risultati».