De Napoli: «Il Napoli ha una generazione di fenomeni. E non li conoscevamo»
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De Napoli: «Il Napoli ha una generazione di fenomeni. E non li conoscevamo»

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Le parole di Fernando De Napoli, ex centrocampista del Napoli, sulla stagione della squadra azzurra. I dettagli

Ha giocato nel Napoli e nel Milan negli anni in cui l’incontro tra le due squadre significava lotta per il titolo. Nando De Napoli ha parlato del match in programma domenica sera al Maradona.

NAPOLI-MILAN ANNI 80«Noi avevamo Maradona, dentro una grande squadra che avrebbe potuto anche vincere di più. Ma loro fecero la rivoluzione. Me li ricordo ancora mentre ci facevano il pressing negli spogliatoi o nell’intervallo…».
NAPOLI-MILAN OGGI «E questa di Spalletti è un’altra squadra che può caratterizzare un’epoca, breve o lunga che sia. Giocano meravigliosamente bene, ti fanno innamorare. Io ho quasi smesso di guardarli, non c’è mai partita in campionato. Ma la Champions è diversa, si parte da 0-0, non valgono i ventitré punti di vantaggio in campionato, anche se al tifoso fa male sentirselo dire. Ma in quei 180′ po’ capitare qualsiasi cosa».
COSA COLPISCE DEL NAPOLI DI OGGI«La facilità di palleggio, e anche la varietà di schemi, che è stata impressa da Spalletti. In un periodo in cui, nonostante nelle coppe ci sia tanta Italia, si parla di crisi del nostro calcio, è arrivata una generazione di fenomeni che ti incanta. E noi molti di questi non li conoscevamo. Vanno applauditi tutti, per questa impresa: De Laurentiis che ha avuto il coraggio di cambiare, senza preclusioni; Giuntoli che ha saputo cercare, con i suoi uomini, talenti pazzeschi; e l’allenatore che ha avuto un ruolo rilevante, perché l’assemblaggio non era scontato. C’è come una magia dentro questo Napoli».
LA STORIA CONTA IN CHAMPIONS«Certo che sì, ma fino a un certo punto. Perché il Napoli ha trovato la chimica giusta e certe emozioni le sa combattere con quel senso dello spettacolo che non ha avuto rivali, né in campionato e né in Champions. Ma torniamo alle valutazioni di sempre: guai sentirsi favoriti in situazioni del genere. É un errore che non verrà commesso, ne sono certo, da chi pure si lascia preferire: per me 50% e 50%»