Caro Donnarumma, ne vale la pena perdere la faccia?
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Editoriale

Caro Donnarumma, ne valeva la pena perdere la faccia?

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La scelta del Milan di chiudere l’acquisto di Maignan è uno schiaffo a Donnarumma, uscito con le ossa rotte dall’estenuante vicenda

Donnarumma e il Milan, la storia finisce qui. La trattativa più stucchevole degli ultimi anni lascia strada ai saluti dopo aver letteralmente angustiato i tifosi rossoneri stagione dopo stagione, mese dopo mese.

Il colpo di teatro è andato in scena all’improvviso, un segnale di forza e coerenza lanciato dalla dirigenza milanista. L’arrivo di Maignan, già bloccato tempestivamente da alcune settimane, ha chiuso la porta in faccia al portiere della Nazionale e, soprattutto, al suo “burattinaio” Mino Raiola.

Il re dei procuratori stavolta ha tirato troppo la corda, sostenuto dalle offerte ricevute e dunque, dal suo punto di vista, verosimilmente imperturbabile di fronte all’addio. Anzi, sarà ben felice per le generose commissioni da intascare e per lo stipendio che strapperà in favore del suo assistito.

Un gioco al rialzo cui il Milan ha deciso di dire basta. Coraggiosamente e ammirevolmente, perché il calcio non può continuare a sottostare ai ricatti di agenti e mediatori vari. Per carità, ogni calciatore ha diritto e libertà di scegliere il proprio destino, ma è altrettanto logico che ne debba poi pagare le conseguenze.

Che nel caso di Donnarumma sono state immediatamente espresse della Curva Sud rossonera. Un piccolo assaggio di quel che potrà succedere nel futuro prossimo. Dai baci alla maglia e dai giuramenti di fedeltà eterna a quei colori che sin da ragazzino lo hanno accompagnato e formato, fino all’addio da infingardo e da schiavo del denaro.

La parabola di Gigio è uno schiaffo alla moralità, un doloroso calcio nel sedere alla riconoscenza. Ed è proprio il classe ’99, cui evidentemente gli 8 milioni proposti non bastavano, ad uscire con le ossa rotte da questa situazione. Non sono pochi gli esempi di calciatori che hanno rinunciato a soldi e fama, spesso anche nel silenzio, per attaccamento e spirito di appartenenza. Così come altrettanti sono stati capaci di rompere con gli agenti pur di affidarsi al club che amavano. Caro Donnarumma, la sensazione è che la domanda ti tormenterà: ma davvero ne valeva la pena?