Esclusiva - Siena, D'Agostino: «Affascinato dalla MLS. Mancato approdo al Real? E' normale che...» - Calcio News 24
Connect with us

2014

Esclusiva – Siena, D’Agostino: «Affascinato dalla MLS. Mancato approdo al Real? E’ normale che…»

Avatar di Redazione CalcioNews24

Published

on

d agostin

ESCLUSIVA SERIE B SIENA D’AGOSTINO – Dopo una stagione con poca continuità al Franchi con il Siena di Mario Beretta, l’elegante centrocampista Gaetano D’Agostino sembra destinato ad un’esperienza all’estero, con le numerose sirene che arrivano dalla MLS, campionato statunitense. In esclusiva ai microfoni di Calcionews24.com, il classe 1982 di Palermo ha commentato il suo futuro ma non solo, commentando anche il mancato passaggio al Real Madrid nell’estate del 2009.

Allora D’Agostino, lei ha girato molte società in carriera, dove si è trovato meglio?

«Non c’è una piazza particolare, il ricordo più bello, forse perchè ero più giovane, è legato a Bari all’inizio della mia carriera. Calcisticamente, a livello professionale, all’Udinese».

Il momento più bello e quello più triste della sua carriera.

«Quello più bello è stato sicuramente l’esordio con la Nazionale, quello più brutto è non essere andato al Real Madrid o alla Juventus».

Crede che il mancato trasferimento al Real Madrid abbia penalizzato in maniera netta la sua carriera?

«Credo che da lì ci sia stata un po’ di discesa nella mia carriera, anzichè di ascesa. Mentalmente agli inizi l’ho pagata questa storia, ma ringraziando Dio ho capito, e lo sto capendo anche oggi, che noi siamo degli atleti che dipendono dagli eventi. Superato l’evento di non essere andato al Real, è normale aver pagato un episodio simile».

Qual è stato l’allenatore più importante per lei?

«Chi ha creduto di più in me è stato Pasquale Marino, mi ha sempre fatto giocare ed abbiamo raggiunto grandi traguardi insieme. Non c’è un allenatore che prediligo maggiormente rispetto ad altri, ogni tecnico con i suoi pregi e con i suoi difetti mi ha dato qualcosa. Come carisma e come maestro dico Fabio Capello però».

Come mai nell’ultima stagione al Siena non ha più giocato dopo un buon avvio?

«Questo bisognerebbe chiederlo al tecnico ed alla società. All’inizio stavo facendo veramente bene, come ogni anno mi succede a Siena, e da gennaio, come ogni anno, succede qualcosa che non va».

Ipotesi di addio nella finestra di mercato invernale? 

«Potevo andare al Beijing, in Cina, ma è saltato tutto e sono rimasto a Siena».

Il Palermo?

«Ora no, in passato c’è stato qualcosina».

Dopo tanti anni in Italia potrebbero aprirsi le porte della MLS? E’ un campionato che la affascina?

«Sì, è tutto da valutare. A trentadue anni se ti si apre la porta dell’estero, è da prendere in considerazione, è una cosa nuova ed è un’esperienza di vita: perchè non prenderla in considerazione?».

E’ da escludere una sua permanenza a Siena?

«Con le vicende che stanno accadendo a Siena e con i tifosi che ho incontrato, molto attaccati alla squadra ed alla maglia, credo che la società debba avere un progetto serio ed il rispetto di tante cose. Non lo so, ho un cotnratto e non posso dire se resto o meno. Dovrei parlare con la società nel caso, cosa che non sempre è accaduta…».

Un calciatore che l’ha stupita in questa annata della serie cadetta?

«Mi hanno colpito gli esterni offensivi della categoria: molti di loro possono fare bene in Serie A, come quelli del Bari e del Lanciano».

Passiamo alla Nazionale: come andrà la gara con l’Uruguay?

«Spero bene, forza Italia! L’Uruguay mi piace, sorpattutto dalla trequarti in poi sono molto pericolosi, Suarez e Cavani sono tra i dieci più forti al mondo. Noi siamo l’Italia, speriamo di assistere ad una grande partita e soprattutto al passaggio del turno».

Come valuta lei, da esperto del settore, la convivenza di Pirlo e Verratti?

«I grandi giocatori posso giocare insieme anche se simili, ma se Verratti, con le qualità immense che ha, deve prendere palla e scaricarla a Pirlo, può giocare anche un’altra persona: così vengono adombrate le qualità di Verratti. Se invece è ibero di creare, è perfetto».

Ultima domanda: d’accordo con le scelte di Cesare Prandelli?

«Lo ripeto e lo ribadisco: Giuseppe Rossi è il più forte attaccante italiano che abbiamo: anche contro il Costarica, uno che crea l’effetto sorpresa con una giocata negli ultimi venti metri sarebbe servito e, tranne Balotelli, in questa rosa non c’è: Immobile è fortissimo, ma è un attaccante di razza, Giuseppe Rossi sarebbe servito perchè è un attaccante completo, come Luis Suarez e Gonzalo Higuain. Io Giuseppe Rossi l’avrei portato assolutamente».

In collaborazione con Daniele Longo.