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2014

Finale di sangue: la ricostruzione. E il tifoso potrebbe non camminare più…

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Scontri prima della partita, tre napoletani feriti: uno è gravissimo. Fermato un ultrà della Roma.

SCONTRI COPPA ITALIA FIORENTINA NAPOLI – Si macchia di sangue la finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli, cominciata ieri con 45 minuti di ritardo per gli scontri verificatisi fuori dall’Olimpico. Molte le indiscrezioni, tante le voci che si sono rincorse ieri e allora ricostruiamo quanto accaduto. Tutto è cominciato alle 18:25, quando tre tifosi del Napoli sono rimasti feriti: soccorsi dalla Polizia, due sono stati ricoverati all’Ospedale San Pietro, cioè il più grave, Ciro Esposito, con un proiettile nella schiena e un altro, Alfonso Esposito, ferito alla mano, mentre il terzo, Gennaro Fioretti, è stato colpito agli arti superiori ed è al Santo Spirito. In serata è stato fermato, però, un ultrà della Roma, Daniele De Santis, che era ricoverato in ospedale: il sospetto è che sia lui, personaggio già noto per i suoi precedenti, compreso il derby sospeso nel 2004, l’autore dell’agguato.

LE INDAGINI – La Questora all’inizio ha fatto trapelare che il fatto non fosse riconducibile al mondo ultrà, ma gli sviluppi hanno lanciato altri segnali, anche se nessuna versione può essere confermata fino a quando non saranno conclusi gli interrogatori. Si è parlato di un commerciante impaurito dai contatti ravvicinati tra i tifosi, che, vistosi accerchiato, avrebbe sparato all’impazzata, ma anche di un venditore ambulante, poi a tarda sera il fermo.

ALTRI SCONTRI – Sempre secondo la Questura, erano ultrà del Napoli quelli che hanno provato a forzare i blocchi alla Farnesina, creando altri scontri. Senza dimenticare, poi, l’ultrà Genny ‘a carogna con la maglia “Speziale libero” (il responsabile della morte dell’ispettore Raciti), a cui viene chiesta la conferma per disputare la partita, mentre piovono petardi e fumogeni dalla Curva.

LE CONDIZIONI DEL TIFOSO – Sostenuto da più di cento tifosi del Napoli, che hanno lasciato l’Olimpico a partita in corso per stare vicino a “uno di loro”, ma tenuti a bada da un robusto cordone della polizia con due camionette e diverse volanti, Ciro Esposito è stato sottoposto a due interventi chirurgici. Come evidenziato dal “Corriere dello Sport”, è stato trasferito poi al reparto di neurochirurgia del Gemelli, che ha strutture più all’avanguardia nel settore. «Le sue condizioni sono stabili, ma critiche», spiegano i medici. Il tifoso è in coma farmacologico: la pallottola ha perforato il polmone destro e si è conficcata nell’area di una vertebra dorsale e al momento non è stato possibile estrarla, perché si sarebbe rischiato di danneggiare ulteriormente la colonna. E i medici temono che la lesione possa essere permanente: se Ciro riuscirà a cavarsela, Ciro potrebbe non camminare più. Il cugino, sotto choc: «Io non c’ero, non ho visto niente perché ero una decina di metri più avanti». Ma poi al padre, lo zio di Ciro, racconta: «Ci hanno aspettati, è stato un agguato. Poi ci sono stati i colpi di pistola e Ciro è caduto. Lo hanno operato d’urgenza». Intervento immediato, perché al momento dell’ingresso in sala operatoria il cuore del ferito si era fermato.