Gasperini: «Scudetto? Pensiamo alla nostra dimensione. Qui mi sento a casa»
Connettiti con noi

Atalanta News

Gasperini: «Scudetto? Pensiamo alla nostra dimensione. Qui mi sento a casa»

Pubblicato

su

gasperini atalanta

Il tecnico dell’Atalanta Gian Piero Gasperini è tornato a parlare dopo le dichiarazioni a Radio Deejay e ha rilasciato un’intervista a L’Eco Di Bergamo

Il tecnico dell’Atalanta Gian Piero Gasperini è tornato a parlare dopo le dichiarazioni a Radio Deejay e ha rilasciato un’intervista a L’Eco Di Bergamo. Le sue parole.

FUTURO – «Qui mi sento a casa, e nel futuro vedo un’Atalanta più forte. Assolutamente più forte… Due anni di Champions ci hanno migliorato dal punto di vista tecnico e mentale. Il club è cresciuto economicamente e in esperienza. I Percassi sono diventati ancora più bravi e più forti. E tra le concorrenti vedo problemi economici, mentre noi abbiamo bilanci fortissimi. Bene, ora si tratta di mettere a frutto questo vantaggio».

SCUDETTO – «Pensiamo alla nostra dimensione. Si giocava per la salvezza, poi per restare tra le prime dieci, adesso siamo lì con le big. E solo Inter e Juve forse hanno qualcosa in più, con le altre siamo competitivi, lo confermano le partite giocate. Poi magari Milan e Napoli spendono 100 milioni e si allontanano, ma di rimanere con queste squadre lo puoi pensare. Dico ‘da intrusi’? Per dimensioni sì. Ma bisogna muoversi in anticipo. C’è tutto per poterlo fare, e devo dire che quest’anno si sta già programmando e ci si sta muovendo».

MERCATO – «Relativamente soddisfatto. Ma rispetto alla stagione scorsa siamo sicuramente più avanti, le idee sono molto chiare. Diciamo che le idee sono sul tavolo. E non voglio più sentire che “è difficile migliorare”, perché tutto si può migliorare. Certo, a questo livello è difficile farlo se pensi alle scommesse su degli sconosciuti. Servono giocatori pronti, magari che conoscono il campionato. E non si può fare confusione. Sul piano numerico serve avere equilibrio in tutti i reparti».

GOMEZ – «Io dovevo correre ai ripari perché così la squadra non mi convinceva per caratteristiche tattiche, mentali, di personalità. Poi è successo quel che è successo…».