Gosens: «Valencia? Più esperienza di noi ma possiamo batterli» - Calcio News 24
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Gosens: «Valencia? Più esperienza di noi ma possiamo batterli»

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Robin Gosens ha parlato sulle pagine della Gazzetta dello Sport del match di Champions League contro il Valencia. Le sue parole

Robin Gosens ha parlato sulle pagine della Gazzetta dello Sport nel giorno del match contro il Valencia. Ecco le parole dell’esterno tedesco.

CRESCITA – «Se mi aspettavo tutto questo? Onestamente no. L’Atalanta era in Europa League e io pensavo “Wow…” , non che due anni dopo sarebbe stata negli ottavi di Champions. E anch’io sono cresciuto un po’…».A forza di – parole sue – «lavorare come un animale» e di sentire Gasperini urlarle «Vai avanti!»?«Il nostro gioco richiede tanto: lavoriamo tanto, corriamo tanto… “Avanti” il mister non lo dice mica solo a me: la palla subito dove possiamo pensare a fare gol, dal primo giorno».

MIGLIOR ESTERNO – «Io migliore della Serie A? Ma devo fare ancora di più: perché lo dicano anche l’anno prossimo».

MODELLI – «Alex Sandro, mi colpisce la sua tranquillità. Quella che mi manca in alcune situazioni “pericolose”, quando sembra che non ci sia la soluzione giusta: lui dà l’impressione di averla sempre».

VALENCIA – «Calcio spagnolo fa paura? Beh, Real e Barça sono Real e Barça. Ma anche se in Spagna ci sono i giocatori forse più tecnici del mondo, ho la sensazione che la Serie A sia in crescita e la Liga si sia un po’ fermata».

SORTEGGIO – «Cosa ho pensato al sorteggio? Primo pensiero: peccato, a Mestalla ho già giocato, preferivo uno stadio nuovo. Secondo: però, forse è la più battibile di tutti. Terzo pensiero: e se poi usciamo comunque? Allora, era meglio una big subito… Quarto: dai, la big la affrontiamo ai quarti».

SFIDA – «Valencia? Grande esperienza internazionale, più di noi. Ma è anche una squadra che con le nostre caratteristiche possiamo mettere in difficoltà».

MERCATO – «Se dalla Bundesliga mi proponessero un progetto giusto per me ci penserei. Ma dev’essere superiore a quello dell’Atalanta, che è molto giusto: altrimenti, che senso avrebbe cambiare?»