Italia-Uruguay, Recoba: «Gara della morte. Pirlo? Da seguire anche in bagno» - Calcio News 24
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2014

Italia-Uruguay, Recoba: «Gara della morte. Pirlo? Da seguire anche in bagno»

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Le parole dell’ex fantasista nerazzurro in vista della gara di domani.

MONDIALI ITALIA URUGUAY RECOBA – Conosce bene il calcio italiano Alvaro Recoba, che stregò Massimo Moratti, il quale nel 1997 lo portò all’Inter, dove rimase fino al 2007. Una parentesi di sei mesi al Venezia e poi l’addio all’Italia dopo l’esperienza al Torino. Undici anni nel nostro Paese per il “Chino”, che ha parlato della sfida Mondiale tra Italia e Uruguay: «La gara della morte, il peggio che potesse capitare a entrambe le squadre. La vittoria sull’Inghilterra ha risollevato il morale di tutti, c’è parecchio entusiasmo anche troppo: non vorrei che alla fine controproducente. Bisogna essere ben consapevoli di aver di fronte un ostacolo durissimo. Suarez? Giocatore magnifico, attaccante letale, completo. Speriamo solo che stia bene. E’ l’uomo fa la differenza. E’ rientrato a tempo di record da un’operazione comunque importante, e l’altro giocato praticamente tutta la partita, ma ora bisogna verificare i margini recupero. Certo, con lui almeno all’80% ottimismo e possibilità per noi», ha dichiarato ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”.

LA CELESTE – Il “Chino” approfondisce poi l’analisi sull’Uruguay, che si è evoluta nel tempo: «L’Uruguay ha tanta qualità, non è più solo “Garra Charrúa” per intenderci, così come l’Italia non è più catenaccio e contropiede. Abbiamo parecchie armi, a partire da Cavani… E’ cambiata anche la mentalità generale, non solo nei nostri Paesi. Oggi nel calcio si vince unicamente attraverso la qualità. Non c’è più spazio per chi specula a livello tattico. Lo insegnano Barcellona e Bayern Monaco fra i club, Spagna, Olanda, Germania e il solito Brasile fra le nazionali. La stessa Italia mi ha sorpreso piacevolmente contro l’Inghilterra. Insomma, squadre meno chiuse, propositive e quindi vita più dura là dietro, a prescindere dal valore dei difensori. E comunque in Uruguay non siamo messi così male: dietro a Lugano, già mi convincono per esempio sia Godin sia Caceres».

“CUSCINETTI” FINITI – Sul commissario tecnico Cesare Prandelli e il ko contro la Costa Rica degli azzurri ha poi spiegato: «Ho visto la prima gara degli azzurri, ne sono rimasto esaltato: la solita organizzazione, unita però a una gestione di palla sudamericana e a una mentalità offensiva importante. Conosco Prandelli, ama il bel gioco. Mettere mani nelle tradizioni più radicate non è facile, ma è la strada giusta, probabilmente l’unica per competere ad alti livelli oggi. Io dico che l’Italia ha la guida adatta, e non deve farsi condizionare da eventuali risultati negativi in questo Mondiale. Costa Rica? Ecco un altro salto di qualità che le grandi storiche devono fare alla svelta: smettere di sottovalutare le nazionali senza un curriculum all’altezza. Occhio, perché il calcio è cresciuto ovunque, e le squadre materasso si contano sulle dita di una mano. L’altra sera l’Iran meritava di vincere contro l’Argentina dei fenomeni… A questo punto della stagione, poi, conta moltissimo anche la condizione fisica e il grado di stress subito durante l’anno dai vari giocatori: non tutti i campionati sono uguali».

I PERICOLI – Recoba ha parlato poi degli azzurri che possono mettere nei “guai” la sua Nazionale: «Pirlo va seguito pure nei bagni degli spogliatoi, c’è la mina vagante Balotelli. Mi dicono regga mai una stagione intera ad alto il problema è che tutto per noi si decide se Balotelli si alza con il piede giusto, in singola gara può mandare in tilt chiunque. Chi vince andrà molto lontano in questo Mondiale? Chi vince dovrà essere bravo a recuperare velocemente energie fisiche e mentali, perché al di questi 90’ i vari serbatoi saranno sicuramente in riserva. C’è il rischio di un flop negli ottavi…».

FUTURO – Infine, sulle prospettive future e sulla sua avventura con il Nacional: «Resto ancora un anno penso, poi stop».