La mamma di Esposito: «Posso perdonare». Il primario: «Il suo cuore era fermo» - Calcio News 24
Connettiti con noi

2014

La mamma di Esposito: «Posso perdonare». Il primario: «Il suo cuore era fermo»

Pubblicato

su

SCONTRI COPPA ITALIA NAPOLI CIRO ESPOSITO – Dopo ore di paura un sorriso per la mamma di Ciro Esposito, che ha superato il secondo intervento chirurgico, durato tre ore, per l’estrazione della pallottola dalla quinta vertebra. Forse non potrà più camminare per la lesione alla colonna, ma la priorità al momento è la sua vita: «Mi ha guardato. Non poteva parlare ma muoveva gli occhi, mi diceva di non piangere… Mio figlio non è un camorrista, né un rapinatore, né un ultrà. Siamo gente perbene, come ce n’è tanta nella nostra zona. E ne andiamo fieri. E’ stato un agguato. Ma io non porto rancore né provo odio. Posso perdonarla, questa persona che ha sparato a mio figlio», ha dichiarato la signora Antonella, madre del giovane tifosi del Napoli, colpito dall’ultrà della Roma, De Santis, prima della finale di Coppa Italia. «Ciro si è beccato un colpo di pistola da un tifoso di una squadra che neppure giocava. E’ uno schifo, una tragedia senza senso», ha aggiunto il papà.

IL PRIMARIO – Arrivato al Pronto Soccorso dell’Ospedale San Pietro, Ciro Esposito sarebbe stato “resuscitato”: «Il ragazzo è arrivato in choc ipopolemico da emorragia. Il cuore era fermo. Lo abbiamo dovuto rianimare e poi stabilizzare prima di procedere alla TAC per capire che non c’erano danni ai grandi vasi e al cuore. Il colpo è entrato dal pettorale di destra, ha perforato il polmone e ha frantumato la quinta vertebra dorsale creando le preoccupazioni maggiori per il midollo. Nel torace c’erano quasi tre litri di sangue, sarebbe morto di emorragia. E’ stata chiusa la breccia, poi il paziente è stato drenato su entrambi i polmoni e trasfuso. Paraplegia? La natura può fare cose incredibili. Per esempio, il pallavolista Kirk Kilgour per una lesione minima è rimasto paralizzato. Ecco, quel proiettile può aver fatto grossi danni. Ma noi tifiamo per il ragazzo: la giovane età e la fibra forte hanno già fatto miracoli nel suo caso», ha dichiarato il professor Francesco Sabetta, direttore del Dipartimento di emergenza dell’ospedale San Pietro, ai microfoni del “Corriere dello Sport”.