Mondiali Southgate: «Dobbiamo rispettare la cultura del paese che ci ospita»
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Mondiali Southgate: «Dobbiamo rispettare la cultura del paese che ci ospita»

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Le parole del ct inglese Southgate in vista del mondiale: «Qatar? Dobbiamo rispettare un Paese con una cultura diversa»

Gareth Southgate, ct dell’Inghilterra, ha parlato alla Repubblica. Di seguito le sue parole sull’Europeo perso in finale con l’Italia, sulla Nations League e sul Mondiale in Qatar.

SCONFITTA EUROPEO – «È una sconfitta che porterò con me per tutta la vita. Per molti rimarrò sempre ‘quello dell’Europeo’, anche se quest’anno dovessi vincere il Mondiale. Il nostro problema è stato passare in vantaggio dopo due minuti in un torneo dove avevamo subito un solo gol. Abbiamo smesso di pressare alti e di tenere la palla. L’1-1 ha ribaltato la psicologia della partita. Se a centrocampo hai contro giocatori come Verratti e Jorginho, capaci di aggirare qualsiasi tua soluzione tattica, diventa difficile. Io ho allenato solo 200 partite in carriera, contro l’Italia era la mia prima finale: devo ancora imparare molto».

NATIONS LEAGUE – «Ogni torneo può essere il tuo ultimo. Certo, è la prima volta che c’è negatività intorno alla mia squadra, ma i fischi ti fanno crescere. Il vero salto di qualità potremo farlo se cresceremo nei big match».

QATAR – «Abbiamo chiesto risarcimenti per i lavoratori, ma dobbiamo essere realisti sugli obiettivi che possiamo raggiungere in questo senso. Il Qatar è un Paese che ha una religione differente, è complesso: dobbiamo trovare il giusto equilibrio. Per esempio, sono già stato tre volte in Qatar e tutti i lavoratori di questo evento mi hanno detto chiaramente che vogliono che i Mondiali si svolgano. Dobbiamo rispettare un Paese con cultura, religione e tradizioni diverse dalle nostre: non credo di essere la persona giusta per dire come debba essere governato un Paese straniero, ma abbiamo la responsabilità e possibilità di poter accendere una luce su alcuni aspetti che si possono migliorare. Questo è già molto per poter fare la differenza».