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Nicchi: «Gli arbitri sono carichi ma adesso basta con le polemiche inutili»

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Marcello Nicchi, presidente dell’AIA, ha parlato alla Gazzetta dello Sport della ripresa del campionato. Le sue parole

Marcello Nicchi, presidente dell’AIA, ha parlato alla Gazzetta dello Sport della ripresa del campionato dal punto di vista degli arbitri. Le sue parole.

ARBITRI PRONTI – «Hanno già dimostrato di esserlo. In questi mesi sono stati irreprensibili: si sono preparati, hanno lavorato secondo i piani personalizzati di allenamento, con i metodi consentiti. Quando dall’ipotesi si è arrivati alla certezza di riprendere si sono fatti trovare pronti, sani. Hanno accettato i controlli sanitari, il raduno, la preparazione e le tempistiche. E ora sono caricatissimi, vogliosi di essere i protagonisti in senso positivo di una ripartenza che dopo tante vicissitudini porti tutti ad amare sempre più il calcio, che come si è visto è mancato a tutti».

PORTE CHIUSE – «Quando li ho sentiti, dopo queste tre partite, i nostri arbitri mi hanno manifestato una grande emozione per il fatto che si giocava e si arbitrava in un ambiente surreale: è più difficile farlo in uno stadio vuoto che di fronte a 80 mila persone. È più dura trovare la concentrazione e l’equilibrio, la giusta misura nelle interpretazioni e nel colloquio con i giocatori. Detto questo, direi che meglio non si poteva fare».

RIPARTENZA – «Se ho temuto che non si ripartisse? «Sì per due motivi. Il primo è l’imprevedibilità della regressione della pandemia: i tempi li ha sempre dettati il virus, non li ha decisi certo né il mondo del calcio né la politica. E il secondo perché all’inizio c’era chi voleva lo stop, chi voleva continuare, ognuno diceva la propria».

CAMBIAMENTO – «Mi aspetto quello che il mio ruolo impone di chiedere: le catastrofi lasciano sconvolti, poi nasce una rabbia positiva che porta a migliorare. Sono convinto che ne usciremo più cauti e più riflessivi, o almeno me lo auguro».

PROTESTE – «Tutti guardano al rettangolo di gioco, i primi esempi positivi dobbiamo darli dal campo. E allora basta con quelle proteste che non servono a niente. Oggi se un arbitro sbaglia, sbaglia uno-due episodi in una partita. Lasciamolo arbitrare, cominciamo a pensare che anche lui è umano. Oggi poi abbiamo la tecnologia, dalla Var alla goal line technology, che aiuta… Vorrei non vedere più i capannelli e magari qualche sorriso in più da parte di tutti, qualche pacca nelle spalle in più».

ARBITRI FUTURI – «Rocchi e non solo lasceranno al termine della stagione? Pensiamo al loro futuro, dipenderà anche dalle loro scelte. Già anni fa avevo parlato di un ricambio naturale e così è stato, con nomi di primo piano che hanno lasciato il campo, penso ai Mazzoleni, ai Tagliavento, e credo che ce ne siamo accorti poco perché il livello generale è alto. Ora tocca a altri lasciare e io ho il dovere di scegliere i migliori sia per le attività tecniche che dirigenziali».

FUTURO NICCHI – «Vedo un movimento arbitrale forte e cresciuto al quale ho l’obbligo di dare nuovi dirigenti. Ci siamo vicini, quando sarà il momento lascerò ad altri. Prima gli arbitri passavano ad altri mondi, per diventare opinionisti o altro, adesso sempre di più restano in questo ambiente. Abbiamo lavorato duro anche dopo momenti difficili come calciopoli per crescere e ora dobbiamo mantenere l’Aia al sicuro. Perché una cosa bella fa gola a tutti, a maggior ragione adesso. Nelle disgrazie, si sa, c’è sempre chi si frega le mani, chi gode degli insuccessi…».