Prandelli approva Pirlo alla Juve: «È un leader nato, mi ricorda Gaetano Scirea» - Calcio News 24
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Prandelli approva Pirlo alla Juve: «È un leader nato, mi ricorda Gaetano Scirea»

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Cesare Prandelli, tecnico ed ex giocatore bianconero, ha commentato l’arrivo di Pirlo alla Juve. Le sue parole

L’ex giocatore bianconero e tecnico Cesare Prandelli ha parlato, a Tuttosport, dell’arrivo di Pirlo alla Juve.

PIRLO – «Pirlo mi ricorda in maniera incredibile Gaetano Scirea: gli assomiglia, il loro modo di essere è identico, e davanti a questi leader silenziosi – le rare volte in cui decidono di intervenire nello spogliatoio per dire qualcosa – si zittiscono tutti. Ho assistito dal vivo a scene del genere e non le potrò mai dimenticare».

NESSUNA IMPROVVISAZIONE – «Sono convinto che esistano predestinati in ogni campo e Pirlo è uno di questi. Ovviamente avrà bisogno di aiuto, sotto forma di energia e di sostegno. Non credo proprio che alla Juventus dall’oggi al domani qualcuno sia impazzito. Se la società accreditata da tutti di serietà e capacità di programmazione prende una decisione così, affidarsi ad un allenatore all’esordio, significa che hanno scelto l’uomo. Lo conoscono a fondo, hanno abitato nella sua stessa casa per anni, hanno parlato di calcio con lui. Li ha convinti con le l’idee. In questi casi, predestinato uguale strada spianata».

PIRLO COME SCIREA – «Andrea mi ricorda Gaetano. Il leader non dice “io sono un leader”. Lo dicono gli altri. Quando hai certi comportamenti, fai certe giocate, gli altri ti seguono. Pirlo faceva parlare tecnica e intelligenza tattica. E quando poi il leader silenzioso parla, come accadeva con Scirea e con lui, tutti stanno zitti. Ma tutti. Dicono: “Ok, ora sentiremo qualcosa di non banale, che fa riflettere”».

ALLENATORE – «Un tecnico deve parlare? Certo, ma Andrea, come confermano tutti i compagni, ha anche grande ironia e dunque grande intelligenza e questo gli resterà anche nel rapportarsi da allenatore. È stato un grande campione e sa parlare il linguaggio dei campioni: non avrà difficoltà. Nel momento in cui la Juventus decide di affidargli la prima squadra non penso che siano impazziti. Avranno ponderato tutto bene e lui sicuramente avrà studiato e ha convinto la società a dargli fiducia. Non hanno improvvisato nulla».