Rossi racconta: «Ronaldo voleva sempre essere il migliore. Fui vicinissimo al Barcellona» - Calcio News 24
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Rossi racconta: «Ronaldo voleva sempre essere il migliore. Fui vicinissimo al Barcellona»

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Giuseppe Rossi

Giuseppe Rossi si è raccontato in una lunga diretta Instagram sull’account di Cronache di spogliatoio. Le sue parole

Giuseppe Rossi ha parlato in una lunga diretta Instagram sull’account di Cronache di Spogliatoio ripercorrendo tutta la sua carriera, a partire dall’approdo al Manchester United.

GIGGS – «Non pensavo al posto in cui sarei andato, bensì al prestigio di essere allenato da Ferguson. Di giocare con calciatori come Ronaldo, Giggs, van Nistelrooy. Pensavo a quanto sarei potuto crescere come calciatore in una squadra che ha sempre dato tanto valore ai giovani: il Manchester United li inserisce al momento giusto. Il primo giorno andai da Ferguson per firmare il contratto. Me lo trovai davanti e rimasi a bocca aperta. Avevo un tale personaggio davanti a me. Appena entrato, la prima persona che incontrai fu Ryan Giggs. Cioè, Ryan Giggs, stiamo parlando di un calciatore che amava anche mio padre. Fu uno schock vederlo alla reception che ci salutava».

RONALDO E PIQUE – «Cristiano aveva sempre voglia di migliorarsi. Voleva costantemente essere il migliore: si comportava per essere tale, sia in campo che fuori. In palestra, in ogni sfida, voleva sempre essere il numero uno. Ho un forte legame con Piqué. Gerard è arrivato il giorno dopo di me allo United, siamo cresciuti insieme a Manchester trascorrendo tanto tempo insieme tra cene, uscite e partite con le riserve. Quando saliva lui in Prima Squadra, andavo anche io. Abbiamo condiviso il percorso. Ronie lo conosco meno, lui era già tra i grandi perché aveva qualche anno in più. Con Gerard ci siamo aiutati a vicenda, andavamo a scuola insieme. Lui era uno dei primi che aveva avuto il permesso per andare a vivere da solo, gli altri vivevano con altre famiglie. Io avevo mio padre, Piqué era da solo e cenavamo da lui».

VILLAREAL – «Il passaggio al Villarreal è stato molto importante per me, Pellegrini mi ha dato fiducia fin dal primo momento. Era quello che volevo, cercavo una piazza con questa opportunità. Siamo arrivati secondi alla prima stagione, è stata la tappa più importante della mia carriera. Avevamo uno squadrone, vi giuro: giocatori di grande livello, potevamo vincere una Copa del Rey. Di campionato non se ne poteva parlare, ma avere più fortuna nei sorteggi e nelle partite sì: una volta il Barcellona schierò alcune seconde linee e non riuscimmo ad approfittarne».

BARCELLONA – «L’ultima con il Villarreal fu una stagione straordinaria: dopo Messi e Ronaldo, in Spagna c’ero io. Mi chiamò il Barcellona, era già tutto fatto: il contratto era stabilito. Mancava soltanto l’accordo tra le società sul pagamento: il Villarreal voleva una parte fissa maggiore rispetto al bonus, il Barcellona al contrario. Appena il Barcellona lo seppe, cambiò obiettivi e non andai lì. Non avevo parlato con nessuno di loro, neanche con Piqué: in quel periodo non sentii nessuno a livello personale tra i giocatori. Quando ti arriva un’offerta del genere non ci pensi due volte: era in quel momento la squadra probabilmente più forte del calcio. Davvero un peccato, ma non ho nessun rimpianto. Il Villarreal mi aveva capito e io avevo fatto di tutto».