Solo una spuntatina, grazie: le acconciature Mondiali - Calcio News 24
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2014

Solo una spuntatina, grazie: le acconciature Mondiali

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Quando il problema di un calciatore non risiede tanto nei piedi

BRASILE 2014 ACCONCIATURE NEYMAR CRISTIANO RONALDO POGBA – Troppo spesso per valutare un calciatore ci si sofferma su aspetti superflui e deleteri come la tecnica, la propensione al sacrificio o la disciplina tattica, perdendo di vista quello che poi ispira le folle e spinge milioni di appassionati a imitare il campione di turno: i capelli. Perché alla fine mettersi lì e imparare il doppio passo, o farsi entrare in testa le regole per una perfetta diagonale difensiva, è un lavoro più lungo e complesso che non andare dal parrucchiere sotto casa: e allora via, generazioni intere di ragazzini che sperimentano sulla loro testa nella convinzione che questo influisca sui loro piedi, quando in realtà influirà soltanto sul loro ego nel momento in cui sfoglieranno un domani l’album dei ricordi. E chi scrive non si riferisce necessariamente all’essersi fatto biondo platino grazie al Paul Gascoigne di Euro ’96. Il calcio alla fine, specialmente al Mondiale, è puro spettacolo: perché perdere l’occasione di essere visti da miliardi di persone con la cartina di Lecce raffigurata sulla testa o con una cofana che nemmeno Marge Simpson dopo la permanente?

LA BOMBOLETTA DELL’ARBITRO – Qualche olandese particolarmente affezionato alle proprie scarpe da migliaia di euro si è indispettito perché Rizzoli è passato con lo spray, macchiandole inesorabilmente. Cosa avrebbero dovuto dire, allora, rispettabili professionisti come Pogba o Asamoah Gyan quando il direttore di gara, senza nemmeno avvertire, ha iniziato a spruzzare sulla loro testa producendo ghirigori, linee o persino numeri di maglia? Il protagonismo degli arbitri degenera sempre più, le prove fotografiche dimostrano come importanti elementi delle Nazionali siano ogni giorno più insofferenti a tale approccio. Altro che scandalo corruzione per Qatar 2022.

Una volta i numeri si scrivevano sui pantaloncini, poi si è passati alla maglietta, ora la FIFA va oltre

Anche Boye è preso di mira dallo spray dell’arbitro, Gyan cerca vendetta ma i compagni lo fermano

Quando anche Senderos inizia a sfotterti è giusto che tu inizi a farti qualche domanda

HAIR MERCHANDISING – Ma non sono soltanto i fischietti di questo Mondiale ad allargarsi oltremodo, usando come tavolozze le teste dei calciatori: anche gli sponsor tecnici, pur di vendere qualche maglietta in più, utilizzano i capelli del giovane belga Origi come complemento della divisa indossata quest’anno: da notare come la striscia gialla orizzontale sulla maglietta prosegua, vero tocco di classe, sulla tempia sinistra del giocatore.

L’ultima creazione dello sponsor tecnico belga, la parrucca di Origi sarà ovviamente inclusa nel kit

METTI VIA QUEL RASOIO – Se c’è un’arma più dannosa dello spray per la distanza sulle punizioni, vero protagonista del Mondiale, può essere solo e soltanto il rasoio. Tante volte capita che, dopo una vittoria, lo spogliatoio si tramuti in un pub e scorrano quindi i proverbiali fiumi di alcool: a quel punto ci vorrebbe una figura che impedisca a un giocatore di danneggiarsi le testa raffigurandoci sopra cose che fanno impallidire persino i misteriosi cerchi nel grano. Proprio in tal proposito non si esclude che, almeno per quanto concerne il Portogallo, due campioni del calibro di Cristiano Ronaldo e Nani stessero provando a comunicare tramite le rispettive raffigurazioni: i risultati dei lusitani fin qui sono la diretta conseguenza di tale scelta. Non è da meno Raul Meirelles, appena rientrato al Mondiale dopo un raduno di punkabbestia in compagnia del suo amico americano Beckerman

Il c.t. portoghese Bento utilizza la testa di CR7 per dare indicazioni tattiche a Nani

Le idee di Nani però vanno in direzione opposta, intesa da rivedere

Meirelles si è intascato i 5 dollari raccattati alla stazione da Beckerman, lui non perdona

Rio è bella grande, Sakho non vuole perdersi e si disegna il Tuttocittà in testa

POI DICE CHE FA CALDO – Tra i tanti temi di attualità proposti da questo Mondiale, ricco di gol e povero di parrucchieri, gioca un ruolo importante quello della temperatura. Tante squadre si sono lamentate per l’eccessiva afa e per la necessità di fermarsi a riposare tra una corsetta e l’altra. Al di là del fatto che si tratta, evidentemente, di una scusa per giustificare figure imbarazzanti, risulta paradossale trovarsi davanti quei mattacchioni dei centrocampisti del Belgio Fellaini e Witsel che, imperterriti, continuano a mantenere attuale il look della Vanoni. Giusto che la FIFA si ostini a non dare il time out: prima rasatevi e poi se ne può anche parlare.

Nel merchandising dello United un ruolo centrale è giocato dall’indotto dovuto alle sue parrucche

Witsel sempre più simile a Fellaini, gli avversari si confondono e il Belgio va a vincere

CAPELLI VERDI E ORO – Un capitolo a parte lo meritano i padroni di casa del Brasile, da sempre conosciuti in tutto il mondo per sobrietà ed acconciature anonime. Giusto sottolineare che, se negli altri casi le varie Nazionali si legano a questa o a quella moda, i verdeoro mantengono fede alla loro fama e si dimostrano ben più creativi e fuori dagli schemi: abbiamo David Luiz e Marcelo che seguono l’esempio di Fellaini e di Telespalla Bob, abbiamo Neymar che segue l’esempio di un’istrice e persino Dani Alves che, e come potrebbe essere altrimenti, segue l’esempio (cromatico) di una banana.

Qualcuno si è chiesto se la cifra pagata dal PSG per David Luiz non sia stata eccessiva, lui risponde così

L’istrice non dovrebbe andare in letargo, quella sulla testa di Neymar contraddice tale certezza

 

Tinta tutta naturale per Dani Alves, superfluo indicarne l’ingrediente principale

IL CASO PALETTA – Il punto è sempre il solito: se uno gioca bene tutti sono lì ad applaudire e fioccano proposte di matrimonio da ogni parte, non appena uno sbaglia una partita ecco che tutti gli danno contro: sei lento, sbagli i movimenti, era meglio Ranocchia, guarda che capelli. Tutte critiche nate dal rancore per una partita non ineccepibile: c’è da scommettere che se il buon Paletta avesse giocato meglio al debutto Mondiale nessuno sarebbe stato lì a guardare il capello, appunto. Intanto il mondo del calcio, sempre sensibile alle questioni più urgenti, si mobilita per poter fare qualcosa.

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Se avesse giocato meglio contro l’Inghilterra la foto sarebbe apparsa diversa

 

Robben indica a Paletta cosa lo aspetta entro breve, impietoso

Ecco un uomo che non si dipinge niente sulla testa, difatti tutti lo rispettano