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2015

Genova, che crollo rispetto ad un anno fa: meno 18 per le doriane

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Genoa e Sampdoria, numeri e fattori di un imprevisto crollo: da dove passa il futuro

Un anno fa di questi tempi, dopo diciassette turni del campionato di Serie A 2014-15, Genoa e Sampdoria erano appaiate a quota 27 punti: oggi la classifica vede la Sampdoria al quattordicesimo posto con 20 punti ed il Genoa addirittura in quartultima posizione dopo aver totalizzato appena 16 punti. Il totale fa 36, clamorosamente inferiore ai 54 (meno 18) che le due squadre di Genova avevano accumulato un anno prima.

CROLLO GENOA – Numeri pesanti che necessitano di più di una spiegazione per risultare comprensibili: il Genoa perde addirittura undici punti rispetto alla scorsa stagione senza peraltro aderire ai dati di un monte ingaggi – quello rossoblu è l’undicesimo dell’attuale Serie A – che imporrebbe ben altre logiche in termini di classifica ed obiettivi. Eppure la squadra non va: la sensazione forte è quella che i continui cambiamenti di modulo e calciatori non riescano a garantire un’identificabile fisionomia alla squadra, che alle volte pare addirittura perdersi nel campo. Posto il quesito al centrocampista Rincon, ha risposto invece che proprio questo è stato il tratto distintivo dell’ultimo campionato e dunque la peculiarità che ha consentito al Genoa un andamento da qualificazione europea. Poi non materializzatasi per vicende extra campo che probabilmente ci hanno messo del loro aggiungendo sfiducia, infelicità ed insicurezza.

IL RISCHIO ZENGA – Un azzardo quello del presidente Massimo Ferrero pagato a caro prezzo: innanzitutto la pesantissima eliminazione al terzo turno preliminare d’Europa League per mano dei serbi del Vojvodina con le conseguenze riversatesi non solo sul club doriano quanto invece sull’intero movimento calcistico italiano impegnato in una già ardua rimonta in termini di Ranking Uefa. Da parallelo un avvio di campionato tutt’altro che incoraggiante: i continui stop della Sampdoria hanno indotto la società a tornare sui propri passi, rinnegare la scelta Zenga ed affidare la panchina blucerchiata ad un allenatore decisamente più quotato quale Vincenzo Montella. Abbiamo citato il parametro del monte ingaggi per il Genoa ed è doveroso farlo anche per la Samp: è l’ottavo della Serie A quello concesso da Ferrero ai suoi calciatori, più di loro guadagnano soltanto le squadre (in ordine) di Juventus, Roma, Milan, Inter, Napoli, Lazio e Fiorentina.

FUTURO – Dunque non può bastare né accontentare l’ambiente un campionato da seconda fetta di classifica: Montella è arrivato proprio per rivoluzionare questo spartito e riportare la Sampdoria quantomeno dove le spetta. Il processo – lo hanno del resto dimostrato le prime battute della nuova gestione – non può essere immediato. Il tecnico partenopeo è indiscutibilmente noto per passare dal gioco: le fortune delle sue squadre sono legate a stretta mandata alla qualità di calcio proposta ed un percorso del genere non può essere privo di intoppi. In casa Genoa l’imperativo è la razionalizzazione: trovare un assetto che riesca almeno a salvare il salvabile per evitare poi spiacevoli inconvenienti. Chi non è più abituato a lottare per certi obiettivi potrebbe nelle battute finali non trovare gli argomenti caratteriali per venirne fuori: meglio pensarci prima.