Uva: «Per la Var in Champions League ci vorranno ancora degli anni» - Calcio News 24
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Uva: «Per la Var in Champions League ci vorranno ancora degli anni»

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Michele Uva, vice presidente esecutivo della Uefa, posticipa l’approdo del Var in Europa, rimandandolo ai prossimi anni

Intervistato a Radio 24, Michele Uva ha detto la sua sulla decisione del presidente Uefa Aleksander Ceferin, di non introdurre ancora il Var in Champions ed Europa League. «Tutte le grandi innovazioni, soprattutto quelle tecnologiche applicate al calcio, hanno necessità di una normale taratura. Champions ed Europa League coinvolgono 55 Paesi: non tutti hanno introdotto, neanche offline, la tecnologia Var. Siamo tra i tre Paesi che la utilizzano, 4 con la Polonia, e in questo momento lo facciamo online. Penso che non ci sarebbe una uniformità sia di arbitraggio che di assistenza, quindi ritengo che sia giusto aspettare sino a quando tutta l’Europa e buona parte degli arbitri saranno abituati a questa tecnologia». Queste le parole del vice presidente, che spiega come siano ancora troppi pochi i paesi che utilizzano la tecnologia per applicarla in un contesto ampio come quello di Champions ed Europa League.

Tuttavia l’utilizzo limitato a pochi campionati non è l’unica problematica che impedisce l’approdo del Var in Europa. Secondo Uva, infatti, anche le diverse metodologie applicate sono un difetto da correggere al più presto. «C’è un po’ di confusione perché in questo momento le quattro Nazioni europee che stanno utilizzando il Var usano metodologie diverse. Germania e Portogallo hanno una control room distaccata, dalla quale agiscono i Var; in Italia abbiamo fatto la scelta che i Var sono insieme agli arbitri negli stadi, quindi ci sono anche applicazioni diverse del protocollo. Bisogna valutare bene prima di introdurre un’innovazione così in un sistema conservativo come quello del calcio, si potrà fare quando ci sarà omogeneità di funzione e predisposizione. Ci vogliono degli anni: abbiamo pazienza, l’Italia in questo momento è leader del sistema, anche con la control room. Proseguiamo su questa strada, sapendo che c’è bisogno di tanti anni prima di arrivare a un sistema omogeneo: i tifosi abbiano pazienza».