Venezia, Zanetti: «Bilancio buono, in Serie A possiamo starci» - Calcio News 24
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Venezia, Zanetti: «Bilancio buono, in Serie A possiamo starci»

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L’allenatore del Venezia Paolo Zanetti ha fatto il bilancio dopo le prime sette giornate di campionato

Paolo Zanetti, allenatore del Venezia, in una intervista a La Gazzetta dello Sport ha fatto il bilancio della sua squadra dopo le prime sette giornate di Serie A.

BILANCIO – «Potevamo fare qualcosa di più. Se penso alla gara con lo Spezia, di certo come prestazione meritavamo di portare a casa dei punti. Per il resto nelle ultime partite siamo andati in crescendo e mi sta bene. Le prime non le conto: c’era una squadra assemblata con tanti nuovi stranieri, totalmente in costruzione. Ma quelle gare sono servite, ci hanno fatto capire tante cose. Dalla vittoria di Empoli in poi, abbiamo dato continuità di prestazione, se non di risultati. Bilancio dunque buono, anche perché ora saremmo salvi (ride, ndr.). Scherzi a parte, la posizione ora non vale nulla, ma ci può dare la consapevolezza che in questa categoria ci possiamo stare nonostante tutti ci davano per inadeguati, con così tanti deb senza esperienza. Noi lottiamo per dimostrare il contrario. E per quello che si è visto, diciamo che almeno come gioco possiamo mettere in difficoltà molte squadre». 

PUNTO DI PARTENZA – «Soddisfatto? Non del tutto, anche se ora ho negli occhi quel secondo tempo di alto livello a Cagliari. I ragazzi si sono liberati e hanno proposto ciò che studiamo in allenamento. E’ un buon punto di partenza. Ci abbiamo messo un po’ a carburare in A ma a livello tecnico ci siamo quasi, la priorità ora diventa non subire troppo. Questo è un campionato dove fa fatica anche la Juve. Dobbiamo imparare a lottare e anche alzare la nostra percentuale realizzativa rispetto a ciò che produciamo». 

VENEZIA DI RINCORSA – «Sono d’accordo, è un aspetto psicologico che dobbiamo assolutamente migliorare, c’è la sensazione di andare al massimo solo quando si ha l’acqua alla gola. Invece non dobbiamo giocare in base agli eventi, quel qualcosa in più dobbiamo tirarlo fuori sempre. Sarà una parte importante per la crescita. Sto lavorando su questo aspetto e sul non prendere gol stupidi, come a Cagliari da quella palla persa in attacco. Altri avrebbero rimediato col fallo tattico, noi non l’abbiamo nel dna». 

STRATEGIA CLUB – «Se sta funzionando lo vedremo a fine stagione. Di sicuro per la società il risultato sul campo va di pari passo con la scoperta di talenti da valorizzare. Io ho un doppio lavoro, mi viene chiesto di far crescere giocatori che non sono pronti per un campionato importante. L’anno scorso il mix è riuscito: base italiana più 5-6 giovani stranieri che alla lunga hanno fatto la differenza. Quest’anno si è mantenuta l’ossatura ma è aumentato il numero di giovani. Anche per una questione economica. Il club ha investito giustamente più sulle infrastrutture che mancavano, perché guarda al futuro. Quindi è più facile accettare scommesse. Anche perché gli italiani affermati per noi hanno costi proibitivi». 

BUSIO – «È in assoluto il ragazzo più pronto. Ma non parliamo di una promessa. E’ un 2002 ma è nazionale Usa, l’abbiamo pagato (5 milioni, ndr), ha già esperienza. Si è inserito perfettamente nel contesto tattico, abbina qualità e quantità e ha il vantaggio di capire l’italiano, il papà è di Brescia. Ha enormi potenzialità. Si pensava fosse un regista, io lo vedo più mezzala. Ha qualche gol nelle gambe. Sarà un crack importante per noi. Ma ne usciranno altri di talenti, vedrete». 

JOHNSEN – «Fino al limite dell’area è da grande squadra. Deve assolutamente migliorare la concretezza, quei numeri che fanno la differenza. Lui arriva 4-5 volte a partita al tiro o con l’assist da fare. E poi non è continuo. Ma è stato così anche nella prima parte della stagione scorsa, poi è esploso. Spero faccia lo stesso. Ha un margine di miglioramento altissimo. Se diventa concreto ci sarà un grande futuro per lui e anche per il Venezia. Sono contento che l’Ajax ce l’abbia regalato e ora è nella nazionale norvegese, orgoglioso del percorso di crescita che gli abbiamo fatto fare».