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Moviola: le reazioni di AIA, Leghe e FIGC

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La FIGC accelera e prende in contropiede l’IFAB: le reazioni

Al momento non c’è nulla di definito per quanto riguarda l’introduzione della moviola, ma la svolta è vicina, perché la FIGC ha deciso di prendere in contropiede l’International Board e di velocizzare l’iter per l’avvio delle sperimentazioni nel calcio italiano. Il prossimo giovedì, infatti, ci sarà un incontro tra l’Associazione italiana arbitri, la Lega di A e B e il presidente federale Carlo Tavecchio per discutere della novità epocale e fare il punto della situazione.

GLI ARBITRI – Non mancano i nodi da sciogliere, come spiega a La Gazzetta dello Sport Marcello Nicchi, presidente dell’AIA, secondo cui però si potrebbe passare già alla fase operativa: «Stiamo parlando di una sperimentazione chiusa, senza nessun impatto su gare e pubblico. Faccio presente dei problemi reali: se ci chiedono di destinare un numero di arbitri per una raccolta di semplici dati statistici, perché questo dovrebbe accadere il primo anno, dico che non abbiamo le risorse per farlo. E tra l’altro troverei singolare utilizzare così tanti tesserati per una sperimentazione che, me lo lasci dire, trovo inutile. Perché non passare subito alla fase operativa? Secondo me è solo una perdita di tempo fare la sperimentazione offline. Non saranno dei dati statistici a dare il senso di quanto potrebbe cambiare una partita. Come si fa a capire l’incidenza di questa novità sulla durata di un match? Ecco, piuttosto che tirarla lunga, dico: facciamo una sperimentazione vera, magari scegliendo dei campionati giovanili e delle Coppe nazionali. In un anno si capirebbe se davvero funziona oppure no. La video assistenza va testata per vedere se può funzionare, ma secondo la nostra visione il collega davanti al monitor avvisa l’arbitro in campo, ma sarà quest’ultimo a rivedere le immagini e, semmai, a correggersi. Altrimenti crolla la baracca. Credo che si possa fare la sperimentazione accademica su una sola gara di A o B. Andare oltre non avrebbe senso. Credo sia più importante garantire il campionato».

LE LEGHE – Via libera da Serie A e B. Il presidente della Lega di Serie A, Maurizio Beretta: «Siamo sempre stati dei sostenitori senza riserve del massimo utilizzo delle tecnologie disponibili, che aiutino ad avere decisioni oggettive. Avevamo dato la disponibilità preliminare a partire dagli ottavi di Coppa Italia, siamo in grado di farlo dalla prima giornata del prossimo campionato di A». Inequivocabile anche la nota della Lega di B: «Siamo pronti a diventare luogo di sperimentazione tecnologica, da oltre due anni la Lega B si è fatta parte attiva per promuovere l’inevitabile convergenza tra calcio e tecnologia. Ora è giunto il momento di modernizzare il calcio senza snaturarlo, non solo attraverso la goal line technology ma anche con altre opzioni che forniscano soluzioni a un numero superiore di casi: dal fallo dentro/fuori l’area, al gioco violento non rilevato, fino alla simulazione».

LA FIGC – Per la Federcalcio italiana interviene Michele Uva. Il direttore generale della FIGC al Corriere dello Sport evidenzia l’importanza di questa grande occasione: «La Fifa ha riconosciuto che la Figc è sempre stata attentissima al tema, ha riconosciuto che siamo credibili e all’avanguardia. Una decisione sarà presa a fine mese, poi andremo alla riunione Fifa di maggio con la nostra proposta. Dal 2016-17 la Fifa vuole una sperimentazione offline: nessuno sarà informato del test né dei risultati, neanche l’arbitro in campo. Dall’anno successivo si passerà a una sperimentazione online, la Fifa ci dirà come procedere. E poi alla fine del biennio la Fifa valuterà se introdurre la tecnologia video. Il primo anno servirà a tarare il protocollo soprattutto sul piano tecnico. I costi sono a carico nostro, la Fifa per ora non annuncia contributi, anche per scremare le candidature. Anche per il test sugli addizionali fu così, poi la Uefa diede un piccolo contributo. Ci sono i costi a carico delle leghe e le risorse umane in più che dovrà mettere l’Aia, perché serviranno gli arbitri nella cabina video. E’ una grande rivoluzione e per l’Italia è un orgoglio farne parte».