2013
Confederations Cup 2013, Brasile: un nuovo mix per la rinascita
Tanti giovani guidati dalla classe di Thiago Silva e il crack Neymar: tutto sulla banda-Scolari
CONFEDERATIONS CUP 2013 BRASILE – Il Brasile è la Nazionale che guida il plotoncino delle partecipanti alla nona edizione della Confederations Cup, avendo partecipato a tutti i tornei fin qui disputati, tranne le prime due, ov vero quelle del 1992 e del 1995 in Arabia Saudita.
DETENTORI MA NON FAVORITI – Dopo il trionfo di quattro anni fa in terra sudafricana, il Brasile vorrebbe ripetersi anche quest’anno davanti ai propri tifosi, schierando un plotoncino di grandi talenti, la maggior parte dei quali ha già messo in mostra tutto il proprio campionario nelle rispettive squadre di appartenenza, perlopiù brasiliane. Tuttavia, nonostante la tradizione vincente, sia in Confederations che più in generale nella storia di questo sport, i verdeoro non si presentano ai nastri di partenza con il ruolo di favoriti, vista la crescita di altre compagini e il calo di prestazioni della pattuglia guidata da Luiz Felipe Scolari, anche a causa di una rivoluzione tecnica e dell’avvento di nuovi giovani talenti ancora da svezzare a livello internazionale. Il Brasile, dunque, potrebbe essere l’incognita impazzita di questa Confederations, che servirà soprattutto come ‘allenamento’ per i tanti giovani talenti, in vista del Mondiale di casa che si giocherà tra dodici mesi.
LA PAROLA ALLA DIFESA – Se il commissario tecnico di ritorno alla guida del Brasile può contare su un reparto solido, e composto da uomini d’esperienza, sicuramente si tratta della difesa, in cui spiccano giocatori capaci di grandi giocate e, come nella migliore tradizione brasiliana, anche di costanti proiezioni offensive. La classe e la puntualità di Thiago Silva si completa alla perfezione con l’estro e l’imprevedibilità di un David Luiz, cresciuto tantissimo nell’ultima stagione tra le fila del Chelsea, mentre sulle fasce abbiamo due giocatori, che in altre Nazionali giocherebbero più da esterni alti che da terzini, ovvero Dani Alves e Marcelo, solitamente divisi dalla rivalità Barcellona-Real Madrid ma qui uniti dall’amore per la patria. Tutti guidati dall’esperienza di un grande portiere, che però nell’ultima stagione sembra essersi un po’ smarrito: ora, però, Julio Cesar vuole dimostrare che il suo tempo non è ancora finito, ripartendo dalla maglia della sua Nazionale.
ATTACCO LUNATICO, MA QUANTO TALENTO – Mentre la difesa dovrebbe far dormire sonni tranquilli a Scolari, nel corso della manifestazione e magari anche tra un anno, al Mondiale di casa, qualche dubbio potrebbe emergere per quanto riguarda l’attacco, soprattutto dopo l’uscita di scenta per infortunio del centravanti Leandro Damiao, sostituito da Jò nella lista dei convocati e da Fred nel ruolo di punta titolare. Poi c’è la solita schiera di mezzepunte dal talento allucinante, ma che però rischiano di farsi trovare impreparate nell’impatto con la durezza delle difese europee. Spicca, chiaramente, il nome di Neymar, fresco di firma con il Barcellona e che sfrutterà la Confederations come ‘palestra’ per il suo inserimento nel calcio del Vecchio Continente, ma al suo fianco ci saranno giocatori come Lucas e Oscar, che hanno già toccato con mano le difficoltà europee ma sono in costante crescita. E per la serie “le sorprese non sono finite”, l’asso nella manica dei brasiliani potrebbe essere rappresentato da Bernard, giovanissimo attaccante che ha fatto innamorare tutti con le sue giocate, tanto che potrebbe lasciare l’Atletico Mineiro in estate per approdare in Europa a soli vent’anni.
NEYMAR È LA STELLA – Indicare un giocatore di punta, in una Nazionale piena di talento come quella brasiliana, non è mai stato facile per gli analisti del calcio, ma quest’anno il compito ci viene agevolato dall’appariscenza e dalle giocate di Neymar da Silva Santos Júnior, meglio noto come Neymar, il quale ha dominato nel suo continente negli ultimi due anni e ora è pronto a mettere le mani sul calcio europeo, affiancato al Barcellona da diversi geni di questo sport come Messi, Xavi e Iniesta. In attesa di toccare con mano l’ambiente blaugrana, però, Neymar avrà il duro compito di studiare da leader in questa Confederations, in attesa di diventarlo in maniera definitiva tra un anno, quando il Paese del futebol bailado e il mondo intero punteranno gli occhi su di lui durante la rassegna iridata.
PRIMATISTI DI TUTTO – Arrivato tardi all’appuntamento con le competizioni FIFA, il Brasile detiene, come tutti sapranno, il record di vittorie in Coppa del Mondo, avendo alzato al cielo ben tre volte la Coppa Rimet (dopo la vittoria del 1970 il trofeo venne ritirato e rimpiazzato, ndr) e due volte la nuova coppa, facendo malissimo alla nostra Nazionale proprio in Messico quarantatrè anni fa e negli Stati Uniti nel 1994. La Nazionale verdeoro, inoltre, è quella che detiene il titolo di campione della Confederations Cup, avendo trionfato in Sudafrica nel 2009 con un combattuto 3-2 rifilato ai sorprendenti Stati Uniti. Inoltre, il Brasile è la compagine che detiene più vittorie in questa manifestazione, avendola vinta, oltre che quattro anni fa, anche alla sua prima partecipazione nel 1997 e nella penultima disputata, ovvero quella del 2005 in Germania, quando Kakà e Ronaldinho brillarono e illusero i propri tifosi circa le loro possibilità di mettere le mani anche sul sesto Mondiale della propria storia.