Confederations Cup 2013, Uruguay: la nazionale bipolare - Calcio News 24
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Confederations Cup 2013, Uruguay: la nazionale bipolare

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Temibile in avanti, penetrabile lì dietro: conosciamo meglio la Celeste

CONFEDERATIONS CUP 2013 URUGUAY – Alla sua seconda partecipazione alla Confederations Cup, l’Uruguay è la squadra detentrice della Coppa America, vinta nel 2011.

NAZIONALE IN CERCA DI AUTORE – Tra le tante squadre vincitrici di un trofeo partecipanti alla Confederations Cup, l’Uruguay è certamente quella che si presenta, tra le altre, nel momento di maggior appanamento. La squadra allenata dal c. t. Tabarez è riuscita ad ottenere soltanto 2 miseri punti nelle ultime 9 gare di qualificazione ai Mondiali da settembre 2012 a marzo 2013. Una nazionale, insomma, in fortissima crisi di risultati e soprattutto di identità: una sorta di “Dottor Jekyll e Mister Hyde” del calcio mondiale. Paurosa in attacco, con la presenza del trio offensivo Cavani – Suarez e Forlan (80 gol in 3 in questa stagione), ma traballante in difesa. Non solo: nazionale da sempre paurosa nelle competizioni che contano (come non ricordare gli ultimi Mondiali o l’ultima vittoriosa Coppa America), ma anche incerta nelle gare di qualificazione. Il c. t. Oscar Tabarez, in sella dal 2006, è riuscito a fare miracoli negli ultimi anni, mettendo alla sbarra selezioni di molto più titolate in Europa e non solo, come Argentina e Brasile: c’è ancora benzina nel motore?

ATTENTI A QUEI DUE – Facile individuare la minaccia principale dell’Uruguay: quando hai in attacco due come Cavani e Suarez, fare gol è facile come vincere il torneo di mini-basket della parrocchia con in squadra Lebron James. Lo dicono i numeri: 30 gol stagionali per il giocatore del Liverpool (chissà ancora per quanto), 38 per quello del Napoli (chissà ancora per quanto). Aggiungiamoci i 12 fatti nel 2013, da gennaio, dall’ex interista Forlan, ora in forza all’Internacional e capiremo subito di che reparto parliamo. In panchina c’è poi il palermitano Hernandez, uno di quei giocatori indecifrabili e spesso frenato dalla sfortuna: una squadra di club gente così, tutta insieme, se la sogna comunque.

PENETRABILI – Ci sarà una ragione però se l’Uruguay viene da una striscia di risultati tanto negativa, giusto? Per capire, bisognerebbe dare un’occhiata alla difesa: a proteggerla a centrocampo c’è Rios del Palermo (uno di quelli che quest’anno non ha fatto sempre la differenza, mettiamola così). Il vero problema è però là dietro: Lugano del Malaga è reduce da un’annata a zonzo tra Francia e Spagna e comunque ha 33 anni quasi. Alvaro Pereira è stata la dannazione dell’Inter per tutto l’anno, lontano parente del giocatore che era al Porto. Sebastian Coates al Liverppol non gioca quasi mai. Caceres viene da un’annata non particolarmente fortunata alla Juventus. Dei tanti salviamo solo il difensore dell’Atletico Madrid Godin e l’esterno del Benfica Maxi Pereira: entrambi giocatori reduci da una buonissima annata.

O’ SOLE MIO – Inutile dirlo: tutto il gioco della selezione uruguaiana ruoterà intorno ad Edinson Cavani, il capocannoniere per eccelenza di questa nazionale. L’attaccante del Napoli è l’idolo indiscusso, complice anche la non particolare simpatia di cui gode il compagno di reparto Suarez (sulle cui doti tecniche però non si può discutere). Tutti lo cercano, tutti lo vogliono, Tabarez ce l’ha: saprà farne buon uso? In che condizioni si presenterà Cavani al torneo dopo un’annata decisamente molto molto faticosa sotto tutti i punti di vista?

I PRIMI – In molti sanno che l’Uruguay è stata la prima nazionale della storia ad organizzare e vincere una Coppa del Mondo (correva l’anno 1930). Non in molti sanno che gli uruguaiani detengono anche la medaglia d’oro per quanto riguarda le vittorie continentali: 15 Coppa America vinte contro le 14 dell’Argentina e le 8 del Brasile pentacampione del mondo. L’utimo precedente della “Celeste” alla Confederations Cup risale al 1997: allora gli uruguaiani passarono il girone a punteggio pieno con 9 punti davanti a Repubblica Ceca, Emirati Arabi Uniti e Sudafrica, perdendo però poi le semifinali contro l’Australia e la finale per il terzo posto contro la stessa Repubblica Ceca. Dario Silva e Nicolas Olivera segnarono 2 gol a testa.