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2013

Il pagellone di CN24 – Genoa, il «Grifone» fragile e confuso

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antonelli ifa

GIOCHI (POCO) PREZIOSI – Trovare una definizione per la stagione che il Genoa è riuscito a salvare in extremis sarebbe un’impresa impraticabile anche per Ethan Hunt di «Mission: Impossible»: Enrico Preziosi, infatti, è riuscito nell’impresa di demolire la sua rosa e provvidenzialmente rinvigorirla nel mercato invernale con innesti che si sono rivelati importanti in chiave salvezza. Altalenante, incostante e confusionaria, questi sono alcuni degli aggettivi che, però, possono essere accostati alla squadra ligure, guidata da ben tre allenatori in quest’ultima stagione.

IL CAMMINO – Ha tagliato il nastro di partenza Luigi De Canio, che pur aveva inaugurato il campionato con una vittoria sul Cagliari, ma dopo 9 giornate, nelle quali ha ottenuto solo 9 punti per due vittorie e due pareggi, viene esonerato e sostituito da Luigi Delneri, il quale non riesce ad invertire la rotta: la situazione, non cambia ed, infatti, il girone d’andata si chiude con la squadra al 17esimo posto con soli 17 punti. Il campionato riprende, ma non la stagione del Genoa, che avvia il girone di ritorno con due sconfitte pesantissime (contro Cagliari e Catania). Altro giro ed altra corsa: via anche Delneri, il cui incarico viene affidato a Davide Ballardini, che aveva già allenato il Genoa nella stagione 2010/11.  Con l’arrivo del tecnico di Ravenna e gli interventi sul mercato (vedi Matuzalem e Rigoni ad esempio), l’annata cambia volto: arrivano i primi cinque risultati positivi consecutivi, ma anche il passo falso contro la Roma. Dopo sei turni consecutivi, nei quali la compagine ligure ha perso contro Milan, Fiorentina, Napoli e pareggiato contro Siena, Sampdoria e Atalanta, arrivano le vittorie contro Chievo e Pescara, che avvicinano la squadra al traguardo della salvezza, arrivata aritmeticamente con il pareggio contro l’Inter (successivo a quello nello scontro diretto contro il Torino) e la contemporanea sconfitta del Palermo contro la Fiorentina. La stagione poi si conclude con il pareggio contro il Bologna e con 38 punti, che valgono il 17esimo posto in classifica.

VOTO 5  – Considerando come si era messo inizialmente il campionato e come è stato poi portato a termine, il voto è frutto della media tra un 4 per la prima parte di stagione ed un 6 per quella condotta da Ballardini. La difesa rappresenta un punto di forza dal quale ripartire per la prossima annata, ma il centrocampo ha evidenziato lacune che, tralasciando le qualità dei singoli, aggiunte alle difficoltà di costruzione della manovra, hanno inciso inevitabilmente sul quoziente offensivo della squadra. Più basso, invece, il voto per la dirigenza, che non ha saputo gestire il progetto tecnico, ma al tempo stesso è riuscito a salvarlo in extremis.

GIOCATORE CHIAVE:  ANTONELLI – Il suo exploit è testimoniato dalla convocazione in Nazionale da parte del commissario tecnico Cesare Prandelli, che ha voluto premiare la corsa e la qualità sulla fascia mostrata dal laterale, che in questa stagione ha archiviato gli acciacchi patiti in passato e giocato con continuità. Ha iniziato la stagione riducendosi lo stipendio, ha corso per tutti e non ha mai mollato, dimostrando un attaccamento alla maglia ed un senso di appartenenza che ha conquistato tutti i tifosi rossoblù.

GIOCATORE FLOP: IMMOBILE – Il bilancio stagionale è “povero” per lui, che arrivava dalle 28 reti messe a segno in Serie B con la maglia del Pescara. L’attaccante nella sua prima esperienza in Serie A non ha trovato la continuità necessaria per lasciare la propria impronta, né ha mostrato la personalità indispensabile per gestire la pressione che la massima serie impone, ma i margini di miglioramento restano, così come l’interesse dei club di Serie A, pronti ad aggiudicarselo e a dargli una chance per rilanciarsi.

DA DOVE RIPARTIRE – Fare terra bruciata non sempre è la soluzione giusta per archiviare una stagione negativa e inaugurarne una nuova con rinnovati propositi. Dovrebbe averlo imparato il presidente Enrico Preziosi, che ha stravolto la rosa rossoblù, vendendo e comprando giocatori come se stesse giocando a Monopoli piuttosto che in un campionato di calcio. La dimostrazione è rappresentata dall’Udinese, abituata a rinnovarsi stagione dopo stagione: la continuità del progetto friulano è data dalla solidità del timoniere (Guidolin) e della dirigenza, che puntellano la rosa qua e là, mantenendo inalterato il valore del gruppo, che però al tempo stesso viene rinnovato.