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2015

Altrimenti ci arrabbiamo

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6risse famose tra gli allenatori e i giocatori

E’ capitato un po’ a tutti di arrabbiarsi con il proprio allenatore, magari è volata qualche parolina di troppo e tutto è finito lì. Certo, nei campionati minori o amatoriali c’è pure scappata una rissa da New Orleans dei tempi d’oro, ma comunque se si parla di calcio ad alti livelli difficilmente si vedono gli allenatori coinvolti. Difficilmente non significa mai, comunque. Qualche volta, poveri cristi, anche ai mister si chiude la vena e succede qualcosa più di un diverbio. Ne è esempio Nigel Pearson in Leicester – Crystal Palace di sabato scorso, il tecnico dei Foxes ha strangolato (simpaticamente?) l’avversario McArthur reo di avergli franato addosso. Pearson comunque è in buona compagnia e in confronto ad altri suoi colleghi è pure un pivello; abbiamo selezionato sei famosi scontri tra giocatori e allenatori, giusto per farvi vedere che il calcio – parafrasando una frase del politico Formica – è sangue e merda.

GEDEONE CARMIGNANI in Parma – Bologna del 2005 – Da uno che si chiama Gedeone vi aspettereste di tutto fuorché comportamenti sopra le righe e in effetti l’ex portiere e poi a più riprese allenatore del Parma si è sempre caratterizzato per un carattere placido e pacato. La sfida di andata dello spareggio per la salvezza 2004-05 è una bolgia, al Tardini di Parma il Bologna sta conducendo uno a zero in uno degli spareggi con il tasso tecnico più alto della storia recente. Il Parma è decimato ed è sotto grazie al gol di Tare, a pochi minuti dalla fine Simplicio sgambetta Locatelli che cade a terra rovinosamente. Non l’avesse mai fatto. Nasce una sorta di novello Laocoonte, una mischia nella quale si capisce solo che Carmignani ha colpito lo stesso Locatelli, c’è chi afferma con un calcio ma le immagini non chiariscono nulla. Carmignani è infuriato così come l’allenatore bolognese, che si dà il caso essere Carlo Mazzone, gran maestro di bon ton. Espulsi entrambi, tre giornate al parmense e due a Carletto.

MARCELLO LIPPI in Reggina – Inter del 2000 – E’ la prima giornata del campionato di Serie A 2000-01, l’esperienza all’Inter di Marcello Lippi è iniziata come peggio non potrebbe: nello spogliatoio lo sopportano poco e lo accusano di essere la causa dell’addio di Roberto Baggio. per di più l’Inter è uscita ai preliminari di Champions per mano dell’Helsinborgs e ha la prima a Reggio Calabria su un campo nemmeno troppo ostico. Lippi però perde due a uno e viene esonerato alla fine della gara, anche se è d’uopo analizzare cosa accade nelle battute finali dell’incontro. Prima della conferenza stampa in cui consiglia a Moratti di “sbattere i giocatori contro il muro“, Lippi ha un diverbio pesantissimo con Christian Panucci, non proprio uno stinco di santo. Il difensore già l’anno prima aveva rifiutato di entrare in campo perché non inserito nella squadra titolare e da lì si era esacerbato il rapporto con Lippi, sfociato in un tremendo litigio, dice radio spogliatoio, alla fine di quel match del 2000. E’ storia più recente la non convocazione di Panucci in nazionale nei 4 anni di governo Lippi, chissà perché.

SIR ALEX FERGUSON in Manchester United – Arsenal del 2003 – Lo direste mai che anche uno alla Sir Alex Ferguson potesse arrabbiarsi come una furia? Uno che sembra uno zio troppo dedito al maraschino sarebbe mai stato in grado di tirare una scarpa verso il calciatore più glamour del mondo? La risposta è sì. Dopo la sconfitta a Old Trafford in FA Cup del Manchester United contro l’Arsenal per due a zero Ferguson sente il fiato sul collo degli odiati rivali, dopo un decennio di dominio in Premier League. Arrabbiato nero, negli spogliatoi se la prende con tutti, salvo poi ricordarsi del suo passato da centravanti e colpire uno scarpino in terra. La scarpa però si alza e va dritta sull’occhio di David Beckham e fa un taglio sopra il suo sopracciglio curatissimo. Beckham ha la faccia coperta di sangue e scende l’imbarazzo negli spogliatoio. Tre punti di sutura per lo Spice Boy dopo quella sfuriata famosissima, che secondo alcuni sarebbe stato il vero prleudio all’addio di Beckham verso Madrid.

PAOLO DI CANIO in Swindon – Southampton del 2011 – Si sa che Paolo Di Canio non è una persona da prendere con le molle. E’ un duro, e anche da allenatore ha sempre voluto trarre il massimo dai proprio giocatori, ne sa qualcosa Leon Clarke. Il numero nove dello Swindon è uno dei principali indiziati della sfuriata del tecnico romano dopo una sconfitta in Carling Cup del 2011. Di Canio sa di aver ragione, Clarke la pensa diversamente: il tecnico denuncia la mancanza di grinta del giocatore, il quale se la prende col coach per la sua rudezza. Pare anche che i due siano venuti alle mani pesantemente nello spogliatoio e che Di Canio si sia fatto sentire anche qui (ah, Clarke è grossotto, guardatevi le immagini e capirete). Morale della favola? Con Di Canio non si scherza, poche ore dopo la lite Clarke viene ceduto in prestito per tre mesi al Chesterfield. La prima regola del Di Canio Club e non parlare mai del Di Canio Club.

ROBERTO MANCINI durante un allenamento del Manchester City nel 2013 – E’ da poco iniziato il 2013, le feste sono nel pieno del loro svolgimento e come vuole la tradizione britannica si scende in campo praticamente sempre. Il Manchester City di Roberto Mancini si sta preparando per un match casalingo quando in allenamento Mario Balotelli, figliol prodigo dell’allenatore jesino che lo ha voluto con sé in Premier League, fa perdere le staffe proprio al Mancio. La risposta dell’allenatore non si fa attendere, il caratterino di Mancini fa sì che si arrivi subito alle mani e per i fotografi del posto è manna dal cielo. Balo e Mancini si azzuffano manco fossero alle elementari e il quadretto che ne viene fuori è da film di Bud Spencer e Terence Hill. Non è la prima e né l’ultima lite di Mancini con un giocatore, accadrà anche con Tevez e Dzeko in uno spogliatoio del Man City dal Q.I. evidentemente altissimo. Ma d’altronde, in un’epoca in cui anche in Papa vuol tirare pugni, che colpa ne ha il Mancio?

DELIO ROSSI in Fiorentina – Novara del 2012 – La Fiorentina sta lottando per salvarsi al termine di un travagliato 2011-12, Mihajlovic è stato mandato via e al suo posto è arrivato Delio Rossi. Il suo rapporto con lo spogliatoio pare buono, anche con quell’Adem Ljajic che il precedente tecnico serbo rimproverava a ogni piè sospinto. Si arriva a Fiorentina – Novara in un clima carico di tensioni, acuito dal doppio vantaggio piemontese dopo il quale Rossi, a primo tempo in corso, decide di togliere uno spento Ljajic. Il giocatore la prende sul personale e reagisce offendendo l’allenatore, il quale invece di mantenere la calma si scaglia su di lui e comincia a tempestarlo di colpi mentre la panchina e il Franchi assistono increduli. Dopo la sequenza di pugni, Rossi si alza e dice all’arbitro che tutto è tranquillo. Finirà la sua partita e verrà esonerato. Nei giorni successivi usciranno congetture di tutti i colori sulla vicenda ma ancora la verità non si sa: l’unica cosa certa è che quella sfuriata di Rossi rimarrà sempre la più clamorosa nella storia della Serie A.