Buon compleanno a… Phillip Cocu
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Buon compleanno a… Phillip Cocu

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Oggi è il compleanno di Phillip Cocu, 53 anni: un passato da simbolo del calcio totale olandese negli anni 90, oggi tecnico di provincia

Oggi Phillip Cocu compie 53 anni. Istintivamente al suo nome si accostano immagini di quando era un giocatore. Le 101 presenze dal 1996 al 2006 in nazionale, perno di un’Olanda che aveva bisogno delle sue caratteristiche e che in taluni casi – Francia ’98 su tutti – coniugava bellezza ed efficacia, in una versione rinnovata della migliore tradizione calcistica del suo Paese. E che lui incarnava perfettamente come esempio di calciatore totale, capace di svolgere diversi ruoli. Conseguentemente, a livello di club, questa versatilità lo ha portato a militare in diversi campionati e a raccogliere diversi successi, principalmente con il Psv Eindhoven e il Barcellona, anche in questo erede di un nesso che tra Eredivisie e Liga ha sempre avuto un certo travaso di uomini importanti (oggi molto di meno: lo sguardo, come esattamente capita un po’ ovunque, è rivolto prevalentemente verso l’Inghilterra e il suo dorato campionato).

Oggi Phillip è un allenatore di provincia. Guida il Vitesse, club di Arnhem, città di poco più di 150.000 abitanti, è impegnato a provare a salvarlo in un torneo nel quale nelle prime 9 giornate ha ottenuto solo 2 vittorie. Alla vigilia della gara della scorsa settimana si è presentato in conferenza stampa piuttosto preoccupato per l’assenza di Amine Boutrah, l’acquisto estivo più importante: «Non è ancora in forma al cento per per cento. Lo speravamo, ma dobbiamo essere un po’ più pazienti». Tenendo conto del carattere proibitivo dell’incontro, la trasferta a Rotterdam a far visita ai campioni del Feyenoord, era più che giustificato che aspirasse ad avere una squadra a pieno organico. Il risultato è stato netto, 4-0 per la banda di Arne Slot, che dopo 8 minuti era già in vantaggio con un tiro di Stengs che ha completamente sorpreso il portiere Room. E in tutta la gara, solo uno spunto offensivo di Manhoef, con risposta adeguata da part di Bijlow, ha offerto la sensazione di poter combinare qualcosa in attacco. Ma in fondo, in settimana, Cocu si sarà consolato osservando che al De Kuip una sorte non molto diversa, sebbene con un divario di punteggio più ridotto, l’ha subita la Lazio di Maurizio Sarri. Insomma, meglio non crucciarsi troppo quando si perde contro le grandi e pensare alla gara che si è giocata ieri, decisamente più importante per la sua squadra

Venerdì sera il Vitesse non è andato oltre il pareggio in casa con lo Zwolle ed è andata bene, fino al minuto 88 era sotto e ci ha pensato il “solito” Manhoef a prendere il punto che muove (poco) la classifica. Prima di lottare per la salvezza com’è costretto a fare oggi, Cocu ha avuto esperienze in Inghilterra e in Turchia, con il Derby County e il Fenerbahce. Ma ciò che più lo ha caratterizzato come allenatore è stato il percorso fatto col “suo” Psv.

Lo si ricorda anche come avversario del Milan nei preliminari di Champions League, non fortunati per gli olandesi, che vennero sonoramente sconfitti a San Siro per 3-0, anche se non mancarono – a suo dire – i rimpianti: «Abbiamo creato tantissime occasioni da gol, ma ci è mancato un po’ di esperienza: abbiamo avuto l’opportunità di andare in vantaggio, ma un minuto dopo è arrivato il gol di Boateng a siglare l’1-0 per i rossoneri. In queste sfide spesso e volentieri sono i dettagli a fare la differenza: in questo caso è stato il Milan a sfruttare le occasioni create, noi invece no».

Solo un anno prima, Phillip vinse la battaglia contro il cancro. Dando ragione alla profezia del direttore tecnico Marcel Brandts, che nei giorni dell’operazione disse: «Da parte della società posso assicurare che il nostro presente e il nostro futuro sarà ancora con lui. Insieme trascorreremo anni meravigliosi». Lo sono stati, anche se da Arnhem, magari, oggi sembrano tanto lontani.