2013
Cagliari, Cellino: «Voglio la verità su Is Arenas»
parla il presidente dopo l’esperienza in carcere
Da Mercoledì al presidente Massimo Cellino, è stato revocato l’obbligo di firma, quindi il presidente del Cagliari è nuovamente libero da qualsiasi incombenza relativa all’inchiesta sull’abuso edilizio di Is Arenas.
Il patron rossoblù era stato arrestato il 14 febbraio scorso, assieme al sindaco e ad un assessore del comune di Quartu Sant’Elena con l’accusa di falso ideologico e peculato relativamente alla ristrutturazione dell’impianto quartese. Il 14 maggio, poi, vi è stata la revoca del provvedimento cautelare e mercoledì, appunto, anche l’annullamento dell’obbligo di firma.
Cellino, ha passato tre mesi tra carcere e domiciliare, e l’esperienza lo ha colpito profondamente.
Il patron a un intervista per GQ Italia ha detto: «Voglio la verità di tutto questo. I miei legali hanno definito tutto ciò uno “stupro”. Cassazione e TAR mi hanno dato ragione. In carcere avevo una cella minuscola, un detenuto mi ha regalato la giacca e un altro i pantaloni di una tuta. Ringrazio le guardie che sono state sensibili. Mi ha tradito la Sardegna giudiziaria, voglio sapere perché. Non si può andare in carcere per arroganza. La questione Is Arenas è ridicola. Lo stadio di Quartu è sorto in un mese con i miei soldi. Era uno stadio provvisorio, non ci sono stati soldi pubblici. Se l’estate scorsa ero motivato ora ho solo paura. Le intercettazioni che sono state pubblicate, non c’è nulla. Sono stato accusato di aver trattato con persone che neanche conosco e che non ho mai incontrato. Per lo stadio Trieste e Brescia ci hanno dato la disponibilità, Cagliari no. Eppure il Sant’Elia si può sistemare in pochi giorni. Cerco di riparare anche se vorrei mandare a quel paese tutti e ricominciare, ma per me il Cagliari è vita le aziende le ho date ai miei fratelli».