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Come è cambiato il Milan con Gattuso

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Milan, la marcia è ingranata: la gestione Gattuso valorizza l’ingente campagna acquisti condotta dalla società nella finestra estiva

La vittoria ottenuta all’Olimpico sul campo di una Roma in piena crisi d’identità certifica il passaggio compiuto dal Milan di Gattuso: l’inconsistenza della gestione Montella sembra essere un lontano e pallido ricordo. Prima di tutto le statistiche, quelle – se ben interpretate – non mentono mai: il Milan di Montella aveva accumulato venti punti in quattordici gare di campionato, alla mediocre media dunque di 1.42 punti a partita. Il Milan di Gattuso ha invece messo insieme ventiquattro punti in dodici gare di Serie A, alla media esatta di 2 punti a partita. Ricapitoliamo: con l’avvicendamento sulla panchina rossonera si è passati da un andamento medio di 1.42 a 2. L’impatto è evidente ed è stato raggiunto in pochi mesi: dopo lo sbandamento iniziale che aveva lasciato intendere una certa difficoltà nel cambiare le cose, la cura ha sortito i suoi effetti e lo ha fatto sotto diversi piani di analisi.

Cambiamento Milan: l’entusiasmo

Se uno dell’esperienza che vanta Leonardo Bonucci racconta di aver raramente incontrato un allenatore in grado di motivare il gruppo come riesce a Gennaro Gattuso, diventa persino superfluo dettagliare gli altri stati d’animo dei compagni: tutti all’unisono concordi nel riconoscere la portata del cambiamento. L’entusiasmo è arrivato con i risultati ed ora Gattuso è insindacabilmente il traino del gruppo, l’emblema di uno spogliatoio ritrovato nella sua essenza: non a caso calciatori dl livello di Suso e Bonaventura raccontano dell’entusiasmo con cui si condivide un allenamento, della direzione comune che il gruppo ha intrapreso sia nella sua compagine titolare che per quanto concerne chi viene utilizzato di meno. Questo effetto è traslato in pieno sui tifosi: ovviamente frustrati dal  sentiero intrapreso negli ultimi anni ed ancor di più in questa prima fetta di stagione, lì dove la faraonica campagna acquisti condotta in porto dalla società aveva giustamente lasciato intendere tutt’altro scenario, la rinnovata vicinanza alla squadra è elemento che va a sostanziare il nuovo corso e gli obiettivi che questo si porta dietro.

Cambiamento Milan: la valorizzazione della campagna acquisti

Fiumi di parole sono stati spesi sui duecentotrenta milioni di euro investiti dal Milan nella recente finestra estiva di calciomercato: protagonisti indiscussi l’amministratore delegato Marco Fassone ed il direttore sportivo Massimiliano Mirabelli, intenzionati a rivoluzionare il corso rossonero garantendo allo staff tecnico gli strumenti necessari per procedere alla svolta e disegnare un capitolo in grado di competere per i massimi livelli interni ed internazionali. Dei nuovi arrivi, sotto la gestione Montella, nessuno aveva reso quanto lecito attendersi in relazione agli investimenti compiuti: oggi la musica è differente. Partiamo da dietro: Leonardo Bonucci è un calciatore ritrovato. La chiave in tal senso l’ha espressa il diretto interessato in uno stralcio di un’intervista: ora posso pensare soltanto a me stesso ed alle mie prestazioni, prima dovevo badare a tutto quello che mi girava intorno, ai miei compagni ed all’ambizione generale. Punto cruciale: la de-responsabilizzazione verso situazioni che mai possono spettare ad un singolo calciatore, se non alla guida di un gruppo. Che ora c’è ed è forte: Bonucci può tornare a fare (soltanto) il calciatore. Con l’ex centrale della Juventus ritornato sui suoi livelli, le prestazioni di Alessio Romagnoli parlano da sé: il rendimento del classe 1995 è oggi di tenore assoluto, per concentrazione in marcatura e capacità di impostare l’azione sin dalle primissime battute.

Cambiamento Milan: la valorizzazione della campagna acquisti (2)

Spina dorsale della squadra: Lucas Biglia è un altro calciatore rispetto ai primi mesi vissuti nel Milan. Intendiamoci: non ancora il leader ammirato ai tempi della Lazio e – seppur con minore continuità – nella nazionale argentina. Ma oggi è qualcosa di riconoscibile, di accostabile a quell’idea di calciatore. Certamente non quella controfigura di sé stesso finita addirittura a scaldare la panchina. Su Franck Kessié il discorso è differente e va inquadrato più sotto un profilo strettamente tecnico: Montella gli chiedeva di essere un po’ tutto, centrocampista d’interdizione e contemporaneamente palleggiatore e dedito all’inserimento in area avversaria. Kessié può diventare qualcosa del genere, ma non oggi: il percorso di completamento va effettuato e richiede tempo, questo Gattuso lo ha compreso subito e lo ha sgravato di responsabilità, lasciando la parte tecnica ad altri. Ecco dunque – in conseguenza a quanto appena asserito – un Calhanoglu più al centro del gioco: Gattuso lo definì centrocampista box to box che lui stesso aveva ammirato ai tempi del Bayer Leverkusen. Il processo è in corso ed ovviamente ancora non siamo su quei livelli: ma l’obiettivo è quello di porre il turco al centro del gioco rossonero, un regista aggiunto seppur in posizione di campo differente, un punto di riferimento totale come lo è per la squadra Suso.

Gattuso ed il lavoro da fare

Se abbiamo giustamente riconosciuto i meriti del suo lavoro, non si può non indicare un sentiero tutto ancora da intraprendere: nella valorizzazione dell’ingombrante campagna acquisti effettuata dalla dirigenza meneghina c’è tutto un mondo ancora da strutturare. In primis, senza troppi giri di parole, i due attaccanti: i settanta milioni di euro investiti per André Silva e Kalinic attualmente raccontano un flop difficilmente spiegabile o comprensibile. Il portoghese non ha mai segnato in campionato, i quattro gol del croato testimoniano un rendimento assolutamente insufficiente. Non ci fosse stato Cutrone l’attacco del Milan si sarebbe rivelato del tutto inefficace. Ma questo non può bastare, anche e soprattutto in relazione al peso che due calciatori di questo valore economico devono necessariamente avere nella struttura di squadra: recuperare a pieno Kalinic e consegnare il vero André Silva al campionato italiano è la prossima sfida di Gennaro Gattuso. Le ambizioni del Milan passano necessariamente dall’apporto che i due attaccanti sapranno assicurare da qui al termine della stagione: dove più nulla è precluso.