De Ligt racconta tutto: «La sfida Juve, Bonucci, il Pallone d’Oro…»
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De Ligt racconta tutto: «La sfida Juve, Bonucci, il Pallone d’Oro…»

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De Ligt racconta tutto: «La sfida Juve, Bonucci e Chiellini, il Pallone d’Oro…». L’intervista del difensore olandese a The Athletic

Matthijs de Ligt, difensore della Juventus, ha rilasciato una bella intervista a The Athletic.

GIOCARE IN ITALIA – «È una grande sfida per un difensore mettersi alla prova in Italia da non italiano. Personalmente mi piacciono molto le sfide e ho pensato che la Serie A fosse il campionato migliore per me: non mi sono mai pentito della scelta e sono contento».

COSA È CAMBIATO – «Molte cose sono cambiate per me, ho cambiato il modo di difendere. Ho cambiato il lato in cui gioco da destra a sinistra. Ho cambiato paese. Ho cambiato compagni di squadra».

GIOCO DI SARRI RISPETTO A GIOCO DI PIRLO – «Nella fase di costruzione penso che siamo più flessibili rispetto all’anno scorso. Nella passata stagione avevamo sempre il 4-3-3. Tutto era molto chiaro rispetto a ciò che dovevamo fare. Ma ogni tanto forse mancavamo in flessiblità, ora ne abbiamo di più. Mi piace molto. È un po’ più simile all’Ajax. Penso che adesso stia più all’intuizione del singolo e mi sento come se potessi fare ciò che voglio, quindi va tutto bene»

DIFENDERE COME UN BLOCCO UNICO CON SARRI – «Non lo facevo prima. All’inizio ho avuto tanti momento in cui ero in dubbio. Mi chiedevo: “Cosa devo fare adesso”? Naturalmente quando sei al top anche i millisecondi sono importanti. Forse a volte ero un po’ troppo in ritardo o anticipo».

DIFFERENZE JUVE E AJAX – «È molto diverso perché all’Ajax ero solito guardare l’attaccante. Era il mio riferimento. Alla Juventus spesso devo dimenticarmi di tutto quello che ho imparato all’Ajax e provare a guardare i mei compagni». 

ATTACCANTI IN ITALIA – «Penso che la differenza più grande (tra Italia e Olanda) sia che in ogni partita giochi contro un attaccante bravo, che può renderti la vita difficile. In Olanda a volte giochi contro squadre in cui avevi sempre la palla, quindi è stato più facile. Ora ogni giorno è una grande prova. In Italia chiedono molti ai difensori, non è possibile sbagliare. Sono severi con loro.»

POST INFORTUNIO – «Non è stato facile perché ovviamente avevo molto dolore (spalla lussata). Ad essere onesti, io non sono un difensore che usa così tanto le braccia. Voi avete molti difensori che usano le braccia e spingono. Sono più esplosivo nelle gambe, quindi non ho avuto troppi problemi a giocare».

MODELLI – «A 15 anni giocavo a centrocampo, ero un numero 6 e avevo due esempi: Sergio Busquets e Pirlo».

BONUCCI E CHIELLINI – «Mi sento davvero fortunato. Bonucci è bravo nella costruzione: gli parlo spesso e guardo cosa fa. Chiellini è molto bravo in marcatura e provo ad imparare questo da lui. In Nazionale poi gioco con van Dijk. Anche se alla fine è importante avere il proprio gioco e non imitare nessuno».

VAN DIJK – «Gioco anche con Van Dijk in nazionale. Alla fine però è importante formare un proprio stile di gioco e non iniziare a imitare qualcuno. Si tratta soltanto di provare continuamente e migliorare».

RONALDO – «Dà il cento percento ogni giorno, quindi tu devi dare il centodieci percento per fermarlo, io voglio solo imparare da loro (CR7, Buffon, Chiellini, Bonucci) e diventare un giocatore migliore».

BUFFON – «È un gran burlone, ha molta fame per la sua età».

PALLONE D’ORO – «Se lo vincerò? Lo dirà il tempo».

ITALIA E TORINO – «Prima di venire in Italia mangiavo molta pizza, non sapevo nient’altro. Quello che mi piace di Torino è che è abbastanza silenziosa. Non ci sono troppi turisti. Non c’è troppo traffico. Hai molti bei parchi, bei boschi».