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Icardi, Higuain e Ronaldo: i bomber alla caccia del loro primo gol stagionale

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I tre attaccanti di Inter, Juve e Milan sono ancora a secco: sarà il quarto turno di campionato l’occasione per sbloccarsi?

E’ un silenzio che fa rumore. Perchè d’accordo, non sono gli unici che devono ancora iscrivere il loro nome nella classifica marcatori, ma non vederli comparire su di essa fa strano. Perché si chiamano Cristiano Ronaldo, Higuain e Icardi, i potenziali capocannonieri di Serie A (con Dzeko e Immobile). Sono a zero, ma cosa importa. Icardi ha segnato 110 gol in sei stagioni tra Samp e Inter, media oltre 18: soltanto Quagliarella (128) è davanti tra quelli in attività. Higuain, cinque campionati tra Napoli e Juve, è a 107 (media 21,4). E CR7, l’alieno, viene dall’imbarazzante cifra di 311 reti in nove Liga con il Madrid (34, 6). Non è in discussione il fatto che appena segneranno non si fermeranno più, ma intanto i loro allenatori stanno studiando contromisure e strategie per sbloccare i propri fenomeni e avere un’arma in più per il campionato

Icardi, manca un Modric?

Quello più leggibile tatticamente è Icardi. Con l’età può aumentare l’adattabilità alla manovra, partecipazione, ma non sarà mai un centravanti di movimento: è l’ideale 9 d’area, tra Gerd Muller e Paolo Rossi. Negli undici metri è spietato e spesso non marcabile. Cosa manca quindi all’Inter, o meglio, a Icardi? Un Modric, un numero 10 da ultimo tocco. Decisivo sarà Perisic che dall’ala, o accentrandosi, è il rifornimento più creativo. Politano o Keita, sull’altro fronte, hanno meno propensione all’assist di Candreva ma con i dribbling possono aprire gli spazi utili agli inserimenti dell’argentino. Neanche Nainggolan è tipo da ultimo passaggio. Spalletti lo sa: per avere il massimo da Icardi devono arrivare palloni su palloni, bassi e alti. Lui capirà che non è arretrando di 20 metri che si partecipa:bisogna smarcarsi, suggerire verticalizzazioni, tener palla.

Higuain, quale schema per esaltarlo?

Il dubbio è lecito. Ha perso un po’ del suo senso del gol, oppure è la Juve che non l’ha esaltato? Il secondo tema è preponderante: il gioco era meno matematico che con Sarri, non serviva il 9 d’area. Con Dybala e Mandzukic, la manovra più ampia obbligava a di- versificare movimenti e posizioni. Paradossalmente l’argentino si è fatto apprezzare di più da play offensivo, quando difendeva la palla o lanciava i compagni, piuttosto che da centravanti o contropiedista. Gattuso ha pensato bene di cucirgli intorno un 4-3-3. In teoria un bene per lui ma in pratica la manovra è totalmente diversa da quella di Sarri. S’è già visto che Higuain non ha perso il piacere dell’ultimo passaggio, ma per lui il gol è un’ossessione. Senza contare che i rossoneri non hanno un secondo violino come Insigne, Hamsik o Mertens. Servono più incursioni di ali e mezzali, per impegnare le difese e liberare l’argentino.

Ronaldo, lo affianca Dybala?

Quello che ha incuriosito più di tutti è sicuramente Cristiano Ronaldo. Il portoghese arriva da 9 anni al Real dove era supportato da giocatori di altissima tecnica, a disposizione per lui: Isco, Kroos, Marcelo, Modric. E lui faceva quel che voleva, partendo spesso dalla sinistra ma poi diventando il più letale dei centravanti. Ma alla Juve? Con il Chievo, centravanti (male) e ala sinistra (bene). Percorso inverso con la Lazio: la Juve fatica contro difese schierate, e invece dovrebbe essere il contrario. Così così con il Parma. Allegri ritiene che Manduzkic sia il suo partner ideale per consentirgli di fare quello che vuole. Ma la Juve non può rinunciare a un Dybala formula Tevez, regista a tutto campo. Meglio pensare ad una Juve a tre punte, invece che a due com’era con l’Apache, altrimenti perché prendere CR7?. Vedremo se la quarta giornata sarà quella dei bomber.