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2013

Il pagellone di CN24 – Fiorentina: dalle ceneri alla gloria

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A volte è solo questione di prospettive. Chi guarda il bicchiere mezzo pieno, chi mezzo vuoto e chi lo vede prosciugato completamente. Il calice della Fiorentina però straborda fino a superare l’orlo. E’ vero: il mancato terzo posto lascia in bocca un amaro retrogusto difficilmente digeribile, ma è davvero complicato trovare difetti a questa squadra. Il fervido genio di Montella è riuscito a dare un’anima a una squadra nuova di zecca, compattando etnie, costruendo sagge manovre, inventando nuove geometrie. Il gioco della Fiorentina, spumeggiante e mai banale, ricorda vagamente il modello spagnolo, fatto di un possesso fluido e un’aggressività asfissiante.

E’ senza dubbio il Franchi il fortino dei gigliati, dove i Viola hanno fatto 43 punti sui 57 a disposizione, esprimendo un calcio a tratti incontenibile. Il vero pregio di questa squadra però è stato anche quello di dimostrare una certa identità in trasferta. Fatta eccezione per qualche inaspettato capitombolo, come a Roma, a Cagliari, a Udine e in casa contro il Pescara, la squadra ha cavalcato verso il traguardo con un ritmo serrato, senza mai vacillare. 

VOTO 8 – Come un’emozione inaspettata, come una rivelazione biblica, la Fiorentina è stata la sorpresa più piacevole di questo campionato. La squadra è partita da zero e nel giro di pochi mesi, grazie anche ad un egregio lavoro in campagna acquisti, si è ritrovata a lottare per le posizioni più nobili della classifica. Dalle ceneri alla gloria, dalle macerie al paradiso. Solo qualche mese fa la Fiorentina era un cantiere aperto: giocatori col broncio, tifosi depressi, motivazioni sotterrate, i Della Valle però hanno dato vita ad una vera e propria rifondazione, alla quale non è servito molto tempo per consacrarsi. In un batter d’occhio infatti la squadra toscana, ricompattatasi con nuove anime, si è rimessa in piedi riuscendo a diventare una solida realtà. 

GIOCATORE TOP: BORJA VALERO – In assenza del Papa, col governo vacante e la crisi economica, Borja Valero è stata l’unica certezza. La radice dell’arbusto, lo scheletro che ha sorretto l’intero apparato. Lo spagnolo infatti è stato una costante nel gioco di Montella. Sempre in campo, dalla prima all’ultima giornata, ha segnato una sola volta, ma ha propiziato i compagni con ben 11 assist. Non ce ne vogliano i vari Cuadrado, Ljajic Gonzalo Rodriguez, i quali meriterebbero sicuramente una menzione, ma lo spagnolo è stato di un livello sopra tutti gli altri. 

GIOCATORE FLOP: SISSOKO – Arrivato a gennaio dal PSG, si è accodato al folto centrocampo viola, facendo da comparsa. Visti i suoi trascorsi, ci si aspettava sicuramente tanta grinta e fisicità. La sua parentesi in Viola però non è stata affatto positiva, tant’è che Montella lo ha spesso relegato in panchina. Il malese ha avuto poche occasioni per mettersi in mostra, ma non è mai riuscito ad esprimere le sue qualità. Il suo futuro sarà altrove, come anche quello di Jovetic, destinato ad altri lidi. Beh, il montenegrino non può essere considerato un flop, ma gli si rimprovera il fatto di essersi distratto dalle numerose voci di mercato. Quelle voci che gli hanno impedito di consacrarsi come campione.

SGUARDO AL FUTURO – Sbagliato illudersi, errato non illudersi. Questa squadra ha ottime basi dalle quali costruire il futuro. Una stagione sicuramente più complicata però aspetta i Viola. Facile giocare da rivelazione del campionato, difficile riconfermarsi ad alti livelli. La Fiorentina è chiamata alla classica prova del nove. I presupposti per alzare un trofeo ci sono, nonostante i chiacchiericci di qualche giocatore col mal di pancia. Dopo questa stagione la piazza ha ritrovato grande entusiasmo e un fervente attaccamento alla maglia, quasi fosse una religione, una dottrina. Questo è già un traguardo. Poi, ovviamente, ognuno ha la sua prospettiva: c’è chi sogna in grande e chi si accontenta di qualche centimetro alla volta