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2013

Il pagellone di CN24 – Palermo, un suicidio durato un anno

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ERRORI DI GESTIONE ALLA BASE DI TUTTO – Se uno scrittore volesse dedicare una propria opera letteraria alla stagione appena vissuta dal Palermo, probabilmente darebbe ad essa il titolo “Management for dummies”, ovvero “Gestione societaria per asini”. È questa la principale pecca di una squadra, forse costruita in maniera troppo superficiale durante la scorsa estate, ma gestita in maniera pessima, sia nel rapporto con la rosa e lo staff tecnico, che nelle manovre sul fronte dirigenziale e amministrativo, per poter credere che la salvezza, obiettivo principale annunciato nelo scorso mese di agosto, sarebbe in qualche modo arrivata. 

Eppure le premesse sembravano positive, con il ritorno in cattedra di Giorgio Perinetti e l’arrivo al suo fianco, dopo una buonissima stagione alla guida del Siena, di quel Giuseppe Sannino, tecnico sanguigno e particolarmente attaccato ai metodi di lavoro old style, ma la pace tra le parti dura poco, troppo poco. Bastano 270 minuti, in cui i rosanero vengono travolti da Napoli e Lazio per poi farsi riprendere al 91′ dal Cagliari di un certo Marco Sau, per convincere il presidente Zamparini che la strada percorsa in estate non è quella giusta. Così, si cambia: fuori Sannino e dentro Gasperini; poche settimane dopo va via anche Perinetti, rimpiazzato da quel Pietro Lo Monaco, che fino a pochi mesi prima faceva fortune in quel di Catania. I risultati non cambiano, o comunque cambiano poco, perchè prima della fine del 2012 arrivano due sole vittorie, quella contro la Sampdoria firmata dal giovane Dybala e quella nel derby in cui sono Ilicic e capitan Miccoli a trascinare, ma la sensazione è che non ci sia molto margine.

Le prime settimane del 2013 sono a dir poco sanguinarie: Lo Monaco conduce una campagna acquisti apparentemente discreta ma che si dimostra sconcertante, fatto salvo l’arrivo di Sorrentino, visto che i giocatori acquistati a gennaio sono totalmente fuori forma, o in ogni caso inadeguati al contesto. Poi arrivano le sconfitte decisive negli scontri diretti, gran parte dei quali tra le mura amiche, contro Siena e Atalanta, oltre ai pareggi che valgono come sconfitte, contro Genoa e Pescara, sempre al ‘Barbera’. Proprio dopo il ko contro gli orobici Zamparini cambia ancora, e chiama il motivatore Malesani al posto di Gasperini, ma l’avventura del veronese dura appena tre settimane, il tempo di raccogliere altrettanti pareggi e restituire la panca al mister di Grugliasco, il quale ha a sua volta il tempo di perdere in casa proprio contro i bianconeri di Toscana, convincendo il patron friulano che è giunto il momento di riaffidare la squadra a Sannino. KO contro il Milan di Balotelli, poi 11 punti in cinque partite: una striscia rovinata dalle ultime gare, tutte perse e che condannano il Palermo a una meritata retrocessione.

VOTO 5 – In una stagione in cui la sufficienza non può non essere un miraggio, visto che i risultati sul campo sono decisamente negativi, e forse figli di quanto è avvenuto lontano dal campo stesso. La formazione rosanero ha avuto per diverse partite un difetto clamoroso, ovvero il fatto di costruire, anche in maniera gradevole, una discreta mole di gioco fino agli ultimi venti metri avversari, per poi smarrire le idee quando era necessario il colpo di genio, la giocata decisiva per far breccia e mettere a segno gol importanti. Un’altra peculiarità che ha contraddistinto la stagione dei rosanero riguarda le rimonte subite durante le gare: sono tanti i match in cui è mancato il killer instinct alla squadra siciliana, che si è fatta recuperare tante volte uno o più gol di vantaggio. Cagliari (due volte), Milan, Udinese, Parma, Lazio e Chievo: queste le squadre che hanno approfittato dei momenti di leggerezza di Miccoli e compagni, quasi sempre nei minuti finali, per riacciuffare le situazione in maniera incredible.

L’ELEMENTO CHIAVE: ILICIC – Nell’anno in cui la squadra che lo ha portato in Italia subisce l’onta della retrocessione, il fantasista sloveno disputa la sua miglior stagione, almeno sul piano strettamente statistico, visto che tocca per la prima volta la doppia cifra alla casella gol (10). Tutti gol importanti, tutti gol che portano la vittoria o che evitano la sconfitta alla sua squadra. I momenti più belli per il numero 27 rosanero sono sicuramente la doppietta nel derby contro il Catania, al quale rifila anche il gol della speranza al 95′ della sfida di ritorno, o la magnifica serpentina con cui realizza il gol più bello della stagione, a Marassi contro la Sampdoria. 

IL FLOP DELLA STAGIONE: ZAMPARINI – Non spaventatevi, non abbiamo le allucinazioni e non abbiamo mai visto, almeno in questa stagione, indossare scarpini e divisa da gioco all’imprenditore friulano, ma appare fin troppo facile assegnare a lui la palma di ‘peggiore’ in casa palermitana. La sua capacità di cambiare idea per poi ricambiarla a stretto giro di posta, già arcinota e messa in pratica nelle scorse annate, in questa stagione è stata ancor più spiccata, essendo stato capace di far ruotare tre allenatori nell’arco di ventotto giornate, con quattro cambi che non fanno altro che amplificare la sua nomea di mangia-allenatori. Chi è passato dalla sua corte, vedendosi sbattere la porta in faccia dopo poche partite, si starà sicuramente facendo delle grasse risate, i tifosi palermitani ridono sicuramente molto meno e ora temono il peggio.

RIPARTIRE DALLA BASE, SENZA ERRORI – Quella che sta per cominciare sarà sicuramente un’estate particolare per il Palermo Calcio, costretto a ripartire dalla serie cadetta dieci anni dopo averla lasciata in pompa magna. Difficilmente si ripartirà dai giocatori più rappresentativi, ovvero il già citato Ilicic che ripartirà da una grande squadra e il capitano Miccoli, che domenica scorsa ha lasciato tra le lacrime. Al tempo stesso, non si può non ripartire da giocatori di sacrificio e di nervo, come von Bergen e Aronica per allestire una difesa granitica; Morganella e Garcia per dare gamba sulle corsie difensive; Barreto e anche Donati per mantenere alto il tasso d’esperienza in mezzo al campo, mentre da Dybala ed Hernandez partirà l’attacco rosanero del futuro. Il tutto con la promozione allo status da titolare per Nicolas Viola, regista di qualità. E poi c’è il toto-allenatore: Sannino vorrebbe restare, ma le sirene che provengono dal Genoa e dal Verona suonano forte, tanto che gente come Iachini e Corini, già vista a Palermo sul campo da gioco, potrebbe raccoglierne l’eredità.