Jorge Andrade, centrale di vetro - Calcio News 24
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2013

Jorge Andrade, centrale di vetro

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In casa bianconera le meteore portoghesi vanno di moda, dopo Dimas è toccato a Jorge Andrade tener fede a questa  tradizione. Stesso ruolo per entrambi ma con storie molto diverse tra loro; se il primo è stato un buon gregario, il secondo si è visto girare le spalle dalla fortuna in più di un’occasione. 

Jorge Manuel Almeida Gomes de Andrade, meglio conosciuto come Jorge Andrade, comincia a muovere i primi passi nell’Estrema Amadora, a nord di Lisbona. Fin da giovanissimo, dimostra ottime doti difensive: velocità, senso della posizione e una buona tecnica, gli permettono di esordire in prima squadra nel 1997. Negli anni successivi affina le sue qualità tanto da attirare l’attenzione del Porto che lo segue con interesse; l’offerta arriva nell’estate del 2000, il trasferimento fila liscio, Jorge accetta con entusiasmo la nuova destinazione. Il passaggio ai Dragoes gli consente di aumentare la sua esperienza internazionale, partecipa alla Champions League ed entra nel giro della nazionale maggiore. L’esordio arriva nel 2001 contro la Francia ed anticiperà le partecipazioni al Mondiale 2002 e all’Europeo 2004; quest’ultimo amaro per i portoghesi, sconfitti in finale, davanti al proprio pubblico, dalla Grecia.

Intanto, con il Porto guidato da Fernando Santos arrivano i primi successi, nei due anni di permanenza vince la Coppa e la Supercoppa portoghese. Al ritorno dai mondiali coreani, Andrade lascia il Portogallo. L’offerta del Deportivo la Coruña non può essere rifiutata: 12 milioni di euro al Porto più il portiere Nuno e la possibilità di cimentarsi in uno dei campionati più belli al mondo. Il giovane Josè Mourinho lascia andare il ragazzo che nella sua prima stagione spagnola trova qualche difficoltà. Nell’annata 2003/2004 cambiano le gerarchie, diventando una colonna portante del Depor. Qui passerà gli anni migliori della sua carriera, affermandosi come uno dei difensori centrali più affidabili del panorama europeo. Proprio in una competizione continentale, il portoghese, diventa protagonista di un episodio davvero singolare. Nella semifinale di Champions League del 2004 tra Deportivo e Porto, l’arbitro Merk lo espelle dopo averlo pizzicato mentre colpiva con un calcio il suo ex compagno Deco; il gesto, di natura amichevole e scherzosa, ha ingannato il direttore di gara che non ha voluto tornare sulla decisione squalificando il portoghese per una giornata. Nel 2006 la fortuna inizia a tradirlo, durante una sfida con il Barcellona si rompe il tendine rotuleo. L’infortunio lo costringe a restar fuori per più di nove mesi, nel Depor perde il posto da titolare e a fine stagione decide di lasciare la Spagna.

In Italia, intanto, dopo lo scandalo di Calciopoli, la Juventus risale in Serie A. I bianconeri individuano nel centrale lusitano un rinforzo di spessore, l’offerta è di quelle importanti: dieci milioni di euro. Cosi nell’estate 2007, Jorge Andrade si trasferisce in Italia con l’obiettivo di riportare la Juventus in Europa. Il precampionato sancisce il completo recupero dall’infortunio e debutta da titolare a Torino contro il Livorno. Poche settimane dopo, però, nella trasferta di Roma arriva un altro terribile stop: la rotula del ginocchio sinistro si spacca completamente. I medici contano di recuperarlo in quattro mesi ma i tempi si allungano, non basteranno due operazioni a rimettere in piedi il portoghese.
La stagione 2008/2009 inizia e termina nel ritiro di Pinzolo. La sfortuna si accanisce contro di lui, la rotula cede nuovamente costringendolo a operarsi per la quarta volta nel giro di tre anni. Inutile pensare ad un ritorno in campo; con la Juventus, dopo solo quattro presenze, rescinde consensualmente il contratto. Prova a rimettersi in gioco in MLS ma ormai è troppo tardi. Il provino con l’FC Toronto non va a buon fine, così, a trentadue anni decide di ritirarsi dal calcio professionistico.