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Champions League

Tutto sull’avversario della Juventus: Real Madrid attaccabile e spietato

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cristiano ronaldo real madrid

L’urna di Nyon non sorride alla Juventus di Allegri: ecco in sorte i campioni in carica del Real Madrid, sarà riedizione della scorsa finale

Quarti di finale di Champions League, sarà JuventusReal Madrid: i bianconeri disputeranno la prima gara allo Stadium, per poi giocarsi la qualificazione nel tempio del Bernabeu. Un sorteggio che per definizione non può ritenersi fortunato: la banda Allegri incontrerà i campioni in carica, nonché vittoriosi delle ultime due edizioni della manifestazione, nonché realtà storicamente più accreditata nella massima competizione internazionale per club. Il Real Madrid è infatti la società ad essersi aggiudicata la Champions League – ex Coppa Campioni – più di ogni altra competitor: sono addirittura dodici i successi dei blancos. Una storia fatta di successi ed alimentata dalla gloria accumulata negli anni. Andrà in scena la riedizione della scorsa finale, ma spalmata su due atti: gli amanti del calcio dunque non hanno di che lamentarsi.

Real Madrid, l’andamento

Gli uomini di Zidane occupano attualmente il terzo posto della Liga con cinquantasette punti all’attivo, lontani ben quindici distanze dal battistrada Barcellona: un margine così ampio che non può far certo ritenere soddisfacente l’andamento generale. La media è di 2.03 punti a partita: sull’intero arco del torneo, renderebbe un complessivo finale da 77 punti. Pochi per una squadra che vanta tali valori individuali: per intenderci, il Real Madrid si aggiudicò lo scorso campionato con novantatré punti, altra storia rispetto ai parametri sui quali si muove nella stretta attualità. Approfondendo nel dettaglio, le statistiche sui gol fatti e subiti ci confermano quello che è un trend sostanzialmente storico del club: sessantasette le reti realizzati, secondo attacco della Liga alla media di 2.39 a partita, va decisamente peggio in termini di gol incassati. Sono ben trenta, alla media di oltre uno a gara, contro i dodici dello specialista Atletico Madrid ed i tredici del sorprendente Barcellona di Valverde. In altre parole: il Real Madrid di Zidane prende sempre gol. Ed è questo un fattore su cui incentrare le speranze qualificazione della Juventus.

Real Madrid, il sentiero in Champions League

Deludente nella fase a gironi, fantascientifico in quello ad eliminazione diretta. Ed anche questo, ad onor del vero, è un fattore che si è spesso ripetuto nella storia del Real Madrid: basti pensare alla scorsa edizione, quando è arrivato secondo nel suo raggruppamento e, per sfortuna del Napoli, trovò proprio i partenopei sul sentiero. Che da primi qualificati ebbero la malasorte di beccare i campioni in carica. La storia, neanche a dirlo, si è ripetuta nell’attuale edizione della Champions League: il Real Madrid è riuscito a non aggiudicarsi il suo gruppo, concluso alle spalle di quel Tottenham poi eliminato proprio dalla Juventus (corsi e ricorsi storici), ma ha fatto emergere tutta la sua smisurata grandezza nel faccia a faccia con il PSG. La roboante sessione estiva di calciomercato condotta dal club francese aveva da logica elevato lo status di Neymar e compagni tra le grandi favorite della Champions League: nel doppio confronto non c’è stata storia, due vittorie del Real Madrid (3-1 al Bernabeu, 1-2 anche a Parigi), per un complessivo di 5-2 oggettivamente imbarazzante per le ambizioni del proprietario Nasser Al-Khelaifi.

Real Madrid, la stella: chi se non lui?

Partiamo proprio dall’attesissimo confronto con il PSG: centottanta minuti stellari che vedevano opporsi i campioni in carica a chi più degli altri aveva investito valanghe di milioni per sottrargli lo scettro. I campioni contro i potenziali campioni. La sfida, neanche a dirlo, l’ha decisa Cristiano Ronaldo: due reti all’andata, una al ritorno. Per la serie: quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare. Un detto che raramente può fare più al caso dell’attuale pagina del fenomeno portoghese: in Liga finora ha messo a segno diciotto reti in ventidue gare disputate. Una rete ogni centootto minuti, poca roba per chi è abituato a vivere su medie realizzative maggiori al rapporto con le partite all’attivo. La sua stagione, per sfortuna della Juventus, è andata e va tuttora in crescendo: impressionante il sentiero in Champions League, dove – udite bene – ha segnato in tutte le gare disputate. Tutte. In ordine: due reti all’Apoel Nicosia, due al Borussia Dortmund, una al Tottenham, un’altra al Tottenham al ritorno, due all’Apoel Nicosia, una al Borussia Dortmund, due al PSG all’andata, un’altra al ritorno. Dodici firme in otto partite internazionali: un marziano. Un alieno che ha sfondato il muro delle cento reti realizzate in Champions League, traguardo – non a caso – per cui gli fa compagnia un solo collega: il nome neanche ve lo scriviamo.

Real Madrid-Juventus, i precedenti

Sono diciannove i precedenti storici di Juventus-Real Madrid e si risconta leggero vantaggio per gli spagnoli: nove vittorie contro le otto bianconere e due pareggi, 22 reti a testa e dunque parità assoluta in tal senso. I precedenti di lusso sono chiaramente rappresentati dalle due finali di Champions League disputate: la prima nella stagione 1997/98 all’Amsterdam ArenA, lì dove la spuntarono gli spagnoli grazie alla rete di Predrag Mijatovic. Stessa storia per quanto concerne il passo finale della recente edizione nel Millennium Stadium di Cardiff: un 4-1 perentorio con cui il Real Madrid travolse le speranze del popolo bianconero. Ancora una volta riposte nel cassetto sul più bello. La particolarità di lusso: Juve-Real è una sfida che si è ripetuta sempre e solo nella massima competizione internazionale per club, prima la Coppa dei Campioni ed ora la Champions League. Il precedente più recente in termini di doppio confronto (dunque andata e ritorno) risale all’edizione 2014-15: Juventus-Real Madrid (2-1; 1-1), semifinali che diedero l’accesso alla finalissima di Berlino agli uomini di Massimiliano Allegri. Poi persa contro il Barcellona di Messi e Neymar. Un anno prima Juve-Real aveva detto altro, nella fase a gironi della Champions League 2013-14, con gli spagnoli che si erano lasciati preferire (2-1 al Bernabeu, 2-2 allo Stadium). In termini di qualificazione sono i bianconeri ad averla spuntata in più occasioni: sono altri due i ricordi cari al popolo bianconero, le semifinali di Champions League 2002-03, quando Juventus-Real Madrid fu lo scenario ideale per portare i bianconeri ancora una volta in finale. Al Bernabeu si imposero i Blancos con il risultato di 2-1, come dimenticare il 3-1 della sfida di ritorno firmato da Trezeguet, Del Piero e Nedved, che rimediò però una costosissima ammonizione, quella che gli fece saltare la finalissima poi persa contro il Milan dell’ex Carlo Ancelotti. Altro ribaltone nella Champions League 2004-05: ottavi di finale, vincono gli iberici all’andata con il risultato di 1-0, Juventus-Real Madrid terminerà con il risultato di 2-0 al ritorno grazie alle indimenticabili reti di Trezeguet e Zalayeta nell’overtime con una soluzione spettacolare.

Real Madrid-Juventus, la partita

L’analisi delle statistiche, sommata a quanto si è tendenzialmente visto sul campo, spinge a questo genere di considerazioni: il Real Madrid è attaccabile. Non vanta una tenuta difensiva che possa metterlo al riparo da attaccanti di livello quali sono insindacabilmente quelli della Juventus: se Dybala ed Higuain – con il supporto di Douglas Costa – riusciranno ad inscenare trame rapide e verticali, le linee dei blancos potrebbero perdere le distanze. Una compattezza che però gli uomini di Allegri dovranno testare con pazienza e costanza: non basteranno i tre minuti di Wembley con il Tottenham, per intenderci. L’analisi si ribalta se ci poniamo nell’altra metà campo: la Juventus, come ogni anno del resto, dopo un minimo sbandamento iniziale dovuto alla cessione dello storico leader difensivo Leonardo Bonucci, ha ritrovato le sue coordinate difensive. Fattore che in Serie A gli ha consentito di rispondere agli argomenti del Napoli di Sarri e trovare l’agognato sorpasso in classifica. Gli attaccanti del Real Madrid però, o più in generale la produzione offensiva che riesce a generare questa squadra, è difficilmente leggibile: troppo talento, troppa rapidità, troppa qualità. Se non è Isco è Asensio, se non è Bale è Benzema. Calciatori che peraltro si conoscono e si intendono oramai alla perfezione, nei pregi (tanti) e nei difetti (pochi). Per come vive le sue vittorie la Juventus, il senso starà proprio in questo lavoro di contenimento: lavori più che straordinari per Chiellini e compagni, da cui dipenderanno le sorti della contesa. Senza dimenticare l’aspetto psicologico: la Juventus negli anni ha dimostrato di essere una muraglia tanto spessa da non assorbire alcun contraccolpo, ma stavolta dovrà dimostrare di non pensare alla recente finale. Gli uomini non sono robot: se ci sarà una prova contraria, beh, arriverà proprio da questa Juventus contro questo Real Madrid.

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