2013
La finale del merito: vincono i migliori al mondo, ma il miracolo è del Borussia
“Una partita drammatica”, per Jurgen Klopp. La notte della vendetta, per Arjen Robben ed una generazione di calciatori dal valore impressionante che aveva finora raccolto decisamente meno di quanto fosse nelle loro possibilità. Ad ogni modo una finale eccezionale disputata dalle due squadre che più di tutte le altre hanno meritato di essere le protagoniste della partita più importante dell’anno.
IL TRIONFO DEL MERITO – Non sempre, o piuttosto raramente, giungono al termine della massima competizione internazionale per club le due realtà che meglio hanno fatto in corso d’opera: la superpotenza Bayern Monaco e l’eccellenza del progetto Borussia Dortmund hanno spazzato la concorrenza, superando nettamente – in termini di risultati e qualità della proposta calcistica – gli avversari dei propri percorsi. Impressionante il cammino della squadra di Heynckes: 4-0 complessivo ad una Juventus che alla luce dei fatti esce meno ridimensionata di quanto si pensasse in un primo momento, un clamoroso 7-0 al Barcellona in quella che fu a tutti gli effetti il passaggio di consegne dalla dominanza del calcio spagnolo all’era calcistica tedesca. A dire il vero già manifestatasi con le due finali che la fortezza Bayern aveva centrato, pur perdendole, nelle ultime tre stagioni.
NON RIESCE L’IMPRESA DEL QUARTO INCOMODO – Quel che era riuscito al miracoloso Chelsea un anno fa non si è verificato ieri nella finale di Wembley: ancora una volta Bayern Monaco, Barcellona e Real Madrid tra le quattro semifinaliste della Champions League, con il Chelsea nella scorsa edizione e il Borussia nell’attuale a recitare il ruolo di quarto incomodo. Ai Blues era riuscita l’impresa di dare il benservito alle tre superfavorite, la squadra di Klopp ha sfiorato l’impresa piegandosi al Bayern Monaco soltanto all’89’ minuto. Nulla però può essere tolto alla bellezza di questa squadra: calcio veloce, intenso e tanto preciso e puntuale da sembrare surreale, da playstation come si osa dire. Il Borussia Dortmund è schierato perfettamente in campo, ogni interprete conosce la parte da svolgere e la esegue alla perfezione, con Reus, Lewandowski e l’assente Gotze ad esaltare il lavoro del gruppo. Il tutto, particolare non da poco conto, realizzato in pareggio di bilancio e valorizzando eccellentemente l’organico a disposizione.
IL BAYERN RIPARTE DA PEP, IL BORUSSIA DAL MAGO – Tedesche ancora protagoniste nella prossima stagione, c’è da giurarci: la vittoria è poi questione di non trascurabili dettagli, ma le due corazzate teutoniche non risponderanno assente. Le garanzie: il Bayern Monaco riparte da quel Pep Guardiola – tra i tecnici più titolati della recente storia calcistica – che magari in cuor suo sperava di poter raccogliere un’eredità meno pesante, anche per questione di stimoli personali, ma che sembra avere le spalle abbastanza larghe da poter garantire continuità ai campioni di Germania e d’Europa. Nel Borussia Dortmund la certezza è il mago Klopp, oltre ogni ragionevole dubbio: non mancheranno le cessioni – Gotze già passato ai rivali del Bayern, sarà dura trattenere Lewandowski – e questo è vero, ma spetta proprio al meticoloso lavoro del tecnico tedesco proseguire sul percorso della valorizzazione dei singoli e del complesso di gioco già impressa alla perfezione negli ultimi (meravigliosi) tre anni di successi.