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Lazio, scandalo tamponi? Nessuna comunicazione alla ASL sui positivi

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Rischia di scoppiare lo scandalo tamponi in casa Lazio: secondo Gazzetta la ASL non avrebbe avuto alcuna comunicazione sui positivi

Il caos tamponi scuote la Lazio. La FIGC, nei giorni scorsi, ha aperto un’inchiesta per vederci chiaro e capire se sono state commesse irregolarità: soprattutto ai casi riguardanti  Ciro Immobile, Lucas Leiva e Strakosha. Positivi per la gara in Champions League ma negativi per l’impegno con il Torino di campionato. Lotito e tutto il club biancoceleste rischiano perchè, come riporta La Gazzetta dello Sport, spunta un’altra procedura poco chiara.

Secondo quanto scritto dalla Rosea, la Asl Roma 1 ha avuto con la Lazio soltanto interlocuzioni telefoniche. In un primo momento il club aveva contattato la Asl Roma 4, a cui appartiene la sede di Formello, che ha però spiegato che quella competente fa riferimento alla residenza dei positivi, nel caso dei giocatori coinvolti appunto la Roma 1. Alle telefonate non ha fatto però seguito alcuna comunicazione formale relativa ai casi di positività. La Asl a quel punto non ha potuto disporre alcun tipo di mappatura dei contatti del positivo così come previsto dalla legge e dal protocollo FIGC: in Italia c’è l’obbligo di comunicare qualsiasi caso di Covid alle autorità sanitarie locali.

La Lazio ha fatto leva anche sul fatto che i tamponi avessero riscontrato deboli positività ma a fare chiarezza ci ha pensato la professoressa Giovannella Baggio, membro del Cts e titolare della prima cattedra di Medicina di genere in Italia, ha dichiarato: «Nelle nostre linee guida non c’è distinzione tra debolmente positivo e positivo. Se da un tampone molecolare emerge una positività, di qualsiasi livello, il paziente è positivo e va isolato per 10 giorni». Come qualsiasi paziente affetto da Covid- 19. E il discorso vale anche per i calciatori.