2014
Meraviglioso Neymar
Che vi piaccia o meno, Neymar è un signore del calcio. Ecco perchè
NEYMAR BRASILE CAMERUN MONDIALI 2014 – Per fortuna. Per fortuna ogni tanto ne nasce uno: il genio del calcio è (anche) nei piedi di Neymar da Silva Santos Jùnior, il brasiliano può raccogliere l’eredità degli inenarrabili predestinati che lo hanno preceduto e continuare a proferire calcio. Quel calcio che resta in vita oltre mille difficoltà proprio grazie alla poesia che sa trasmettere, alla sua essenza.
IL GRATTACIELO SULLE SPALLE – Ne avevo personalmente discusso più volte quando il Mondiale non era ancora iniziato: il Brasile più quadrato e meno talentuoso della sua storia dipendeva – e dipende – totalmente dall’estro del suo fuoriserie. Dal genio di Neymar. Se gira lui gira il Brasile, altrimenti non se ne fa nulla. Detto, fatto: prima e terza gara segnate dal talento del fuoriclasse con il Brasile che ha dunque ottenuto due vittorie – rispettivamente contro Croazia e Camerun – mentre nel mezzo si è dovuto accontentare di un pareggio. Quando il suo Neymar non ha girato. Fattore che si amplifica ulteriormente considerando la circostanza per cui al popolo brasiliano non basta vincere: loro vogliono trionfare incantando. Deliziando. Impartendo lezioni di calcio e tecnica. Questo è il grattacielo sulle spalle di Neymar.
FENOMENO NEYMAR – Ma queste spalle devono essere davvero larghe: qualche sospetto in merito era già arrivato dalla scorsa edizione della Confederations Cup, quando davanti al suo popolo l’attaccante sudamericano ha trascinato il Brasile fino alla vittoria. Inscenando tutto il suo straripante talento. Ma, c’era un ma: la Confederations Cup non è il Mondiale. Un’ipotesi cancellata dall’avvio della competizione tanto attesa: Neymar, idolo indiscusso della piazza, non sente la pressione e palla al piede è incontrollabile. La grandezza del fenomeno sta nella percezione delle sue movenze: quando Neymar entra in controllo della sfera dai venticinque metri in poi la sensazione forte è che la sfera stessa termini in rete. O quantomeno le percentuali di realizzazione risultano altissime. Con la Croazia l’accenno, ieri la conferma: l’astro brasiliano ha incantato timbrando due reti meravigliose – la seconda è quella delle sensazioni, per intenderci alla Ronaldo (quello brasiliano) – e disseminando giocate in ogni parte del campo. Uomo ovunque.
ED ORA? – Prima di mirare al futuro fermiamoci un altro attimo sul presente: quanti calciatori a soli ventidue anni hanno già avuto un peso così totalizzante all’interno delle rispettive nazionali? Non Iniesta, non Zidane, non Messi. Solo per citare gli ultimi incontestati campioni di questo meraviglioso sport. No, neanche Messi. Perché il favoloso calciatore argentino, all’età di ventidue anni, in quel di Sudafrica 2010 steccò completamente l’appuntamento mondiale. Nessun confronto, sia chiaro: Neymar deve farne di strada per raggiungere il livello che i suoi competitors possono vantare anche e soprattutto in relazione a quanto ottenuto a livello di club. Ma quel che riesce ad esprimere Neymar con la maglia del Brasile sulle spalle, a questa età, lo abbiamo ammirato soltanto dalle giocate dei suoi predecessori e connazionali Ronaldo e Pelè. E i 200 gol complessivi segnati nelle 335 partite disputate, ora per un classe 1992, è un dato che non mente. O che quantomeno non può essere non considerato: Neymar è un signore del calcio, che vi piaccia o meno. Ed ora non ha solo gli occhi puntati addosso, ma dei cannoni. La sfida a distanza con il vicino compagno di club prosegue: Messi-Neymar, nel primo anno di difficile coesistenza pare quasi si siano tenuti. Per dare tutto qui, tutto nella patria del calcio che proferiscono.