2013
Montolivo, il Milan volta pagina nel libro della storia
Uninvestitura dirigenziale e un deciso cambio di rotta
Fascia di capitano a Montolivo, l’investitura arriva direttamente dall’amministratore delegato del Milan Adriano Galliani. “Ambrosini ed il Milan si separano, se Abbiati è d’accordo la fascia passa a Riccardo”: è così che i vertici dirigenziali hanno scelto di responsabilizzare il centrocampista ed erigerlo a simbolo del nuovo corso rossonero.
PUNTO DI DISCONTINUITA’ – A guardare gli ultimi tre capitani della storia milanista – Franco Baresi dal 1982 al 1997, Paolo Maldini dal 1997 al 2009 e Massimo Ambrosini dal 2009 ad oggi – parliamo di calciatori che hanno rappresentato punti fermi dei colori rossoneri: i primi due hanno disputato un’intera carriera con la maglia del Milan affermandosi negli anni quali difensori più accreditati a livello mondiale, per Ambrosini la fascia di capitano fu il giusto riconoscimento di una vita trascorsa a Milanello – se si fa eccezione per le due parentesi annuali con le maglie di Cesena e Vicenza – da comprimario a tratti e da protagonista in altri. Riccardo Montolivo in tal senso rappresenta una decisa inversione di tendenza: cresciuto nell’Atalanta, si è affermato – e divenuto profilo più rappresentativo – della Fiorentina targata Della Valle.
PHISIQUE DU ROLE – Sette gli anni trascorsi in viola – quelli che vanno dal 2005 al 2012 – tra alti e bassi fino al tumultuoso addio di cui si è tanto dibattuto: da patrimonio della Fiorentina a cessione per scadenza contrattuale, mai compresa dalla piazza la scelta di non rinnovare il legame con la viola ed accordarsi con un’altra squadra senza che la proprietà potesse avere in cambio una contropartita economica. Ma Riccardo Montolivo ha le spalle tanto larghe – o meglio un possente braccio, data la circostanza – da sopportare la responsabilità dell’investitura? Dopo quanto visto a Firenze – ad eccezione forse, paradossalmente, proprio dell’ultima stagione in quel di Firenze, disastrosa per la squadra ma con l’ex capitano che si è speso fino all’ultimo nonostante infortuni e consapevolezza dell’immediato addio – la risposta sarebbe tendenzialmente negativa. Discrete caratteristiche tecniche, ottima visione di gioco ma non propriamente quel carisma da leader che pare debba essere sottinteso nell’elevazione a capitano del Milan.
I MOTIVI DI UNA SCELTA – La fine del vecchio ciclo vincente, quello aperto dalla presidenza Berlusconi ed inevitabilmente legato all’inesorabile scorrere delle carte d’identità: alla base di tutto c’è l’appuramento della realtà. Si può parlare anche di difetto di programmazione? Thiago Silva il designato in tal senso, tutti i crismi del capitan futuro sembravano appartenergli – prelevato dal Fluminense nel 2009 la sua storia calcistica europea avrebbe potuto svilupparsi interamente con la maglia del Milan e dunque il brasiliano, anche per peculiarità tecniche e caratteriali, avrebbe potuto raccogliere la pesante eredità di interpreti del calibro di Baresi e Maldini – fino alla clamorosa e milionaria cessione della scorsa estate. La storia non sempre si rivela quella che sembra essere scritta: il Milan riparte da Montolivo, sarà lui la faccia dei prossimi eventuali successi rossoneri. Qualcuno indiscutibilmente più illuminato direbbe: così è (se vi pare).